ANCONA – Offese alla struttura dove era ricoverata la madre di 84 anni e minacce all’amministratore di sostegno, una avvocatessa, che ne aveva vietato le visite. «Questa me la paghi, la manderò sui giornali questa storia». È finita a processo per interruzione di servizio pubblico continuato e minacce, una 50enne di Chiaravalle. Stando alle accuse, la donna, da quando l’anziana madre è stata affidata ad un tutore e ricoverata in una struttura sanitaria di Montemarciano, si sarebbe presentata nella Rsa gridando e offendendo gli operatori, il direttore e l’educatrice. Episodi che sarebbero durati per diversi mesi, da marzo ad agosto 2014, tanto che in più occasioni dalla struttura hanno chiesto l’intervento delle forze dell’ordine. A luglio dello stesso anno avrebbe minacciato l’amministratore di sostegno, una avvocatessa, perché nel giorno dell’anniversario della morte del padre, si era opposta a far uscire l’anziana dalla struttura, con la figlia, per raggiungere il cimitero dove era seppellito il familiare, marito della 84enne.
«Questa me la paghi – è stato il contenuto di un messaggio – la manderò sui giornali questa storia». La 50enne si sarebbe presentata poi anche nello studio legale dell’avvocatessa, alzando la voce e inveendo contro di lei, l’amministratore di sostegno della madre. Il legale ha fatto partire la denuncia sfociata poi in un processo con una doppia imputazione. Anche di recente la 50enne si sarebbe presentata in studio e per allontanarla sono dovute intervenire le forze dell’ordine.
Stando alla difesa, la 50enne è rappresentata dall’avvocato Davide Toccaceli, le incursioni alla struttura sanitaria erano solo per controllare come veniva assistita l’anziana madre che, secondo la donna, non erano ottimali tanto da procurare sulla parente delle piaghe da decubito.