ANCONA – Autorizzato dal Tribunale di Ancona il pagamento agli agricoltori del primo acconto delle uve consegnate nell’ultima vendemmia 2024. A darne notizia è Marcello Pollio, l’ex custode giudiziario, attualmente curatore della liquidazione giudiziale di Moncaro Terre Cortesi. «Durante la gestione – spiega il dottor Pollio – abbiamo stretto un accordo con i coltivatori sui pagamenti delle uve conferite per la vendemmia 2024: il 30% a trenta giorni dalla consegna, un altro 30% a dicembre e il saldo a giugno».
Un bel sollievo per gli agricoltori che avevano portato l’uva, prima che subentrasse la liquidazione giudiziale o venisse dichiarata la coatta amministrativa dal Mimit, «temevano di aver perso soldi – spiega Marcello Pollio – invece la gestione del Tribunale di Ancona ha permesso di tutelarli. Nella mia istanza inviata al Tribunale – prosegue – ho spiegato che gli agricoltori vanno sostenuti, anche perché diversamente non avrebbero le risorse necessarie per provvedere ai necessari trattamenti dei terreni che permetteranno la futura vendemmia 2025».
A conferire «i 18mila quintali di uve» sono stati «circa 200 agricoltori. Andiamo avanti con la gestione – spiega – stiamo vendendo vino all’estero e continueremo a imbottogliare, nell’attesa di trovare chi possa subentrare nella gestione. La liquidazione coatta amministrativa o giudiziale hanno una prospettiva limitata e provvisoria – dice – e l’obiettivo è proprio quello di reperire presto investitori anche tramite un eventuale affitto che possa assicurare una gestione di Moncaro duratura e sana». Manifestazioni di interesse per Moncaro Terre Cortesi c’erano state prima della liquidazione coatta «ma poche avance da parte di marchigiani, con i colleghi curatori stiamo cercando di fare in modo che Moncaro resti legata al territorio e all’imprenditoria locale».
«Tutti gli atti autorizzativi del Tribunale sono irrevocalbili e hanno pieno valore – puntualizza – per cui chiunque intenda subentrare nella gestione è tutelato e non interessato dalla diatriba tra Tribunale e Mimit». L’azienda di Montecarotto aveva un giro d’affari storico di circa consolidato effettivo di «20 milioni di euro – conclude Pollio -, che si è ridotto da febbraio 2024 ma da tutto il mondo cercano i prodotti di Moncaro anche ora. C’è anche l’aspetto occupazionale da tutelare, nel periodo di maggiore attività Moncaro contava una sessantina di persone adesso ne sono rimaste 25, poi c’è una filiera di 600 soci, più della metà dei quali sono agricoltori del territorio e per il resto finanziatori. Bisogna tenerne conto e cercare di garantire la filiera marchigiana».