ANCONA – Dolore nel mondo accademico anconetano per la morte della professoressa Silvia Zitti, docente di Biologia Vegetale ed Etnobotanica presso il Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari dell’Università Politecnica delle Marche, uccisa da un male che l’ha strappata prematuramente all’affetto dei suoi cari. Quarantotto anni, ricercatrice presso la Facoltà di Agraria, la professoressa soffriva da tempo di una malattia cronica alla quale si è aggiunta questa estate un’altra patologia che non le ha lasciato scampo. La docente, con la passione per la natura e l’insegnamento, aveva continuato a lavorare fino al luglio scorso, poi in seguito all’aggravamento delle sue condizioni di salute non è più riuscita a tornare al lavoro che tanto amava.
«Silvia è stata la mia collaboratrice più assidua, puntuale, affidabile, instancabile, sempre positivamente critica, disponibile con tutti – la ricorda il professor Fabio Taffetani, docente di Botanica Sistematica presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università Politecnica delle Marche – . Non si è mai lamentata, ne ha mostrato agli altri le difficoltà fisiche che ha dovuto sopportare a causa della sua malattia autoimmune. Ha lavorato intensamente fino la mese di luglio scorso, quando ha attraversato un profondo senso di spossatezza che non l’ha più lasciata».
Silvia Zitti, fin dalla sua prima attività di ricerca si era occupata dello studio della flora e della vegetazione. Al suo attivo numerosi lavori di ricerca pubblicati, e collaborazioni in vari progetti, tra i quali “Paesaggio vegetale della Dorsale di Cingoli”, “Ricerche integrate di floristica, cenosi vegetali e dinamismo della vegetazione” nella Riserva naturale orientata di Onferno (Emilia Romagna), “Flora, vegetazione e conservazione della biodiversità del Bosco Fantine (Molise)” e per la produzione della “Carta delle Serie di Vegetazione della Regione Marche”.
Nel corso della sua carriera ha condotto un censimento di ricerca botanica sulla presenza e distribuzione delle specie spontanee del Genere Rosa nelle Marche, inoltre si era occupata della ricerca sugli usi etnobotanici ed in particolare degli usi in Appennino e sui Sibillini del caglio vegetale per la produzione di caciofiore, collaborando con gruppi di ricerca che valutano la qualità organolettica dei formaggi ottenuti.
Suo anche il lavoro in prossima uscita sui Quaderni del Consiglio Regionale delle Marche dal titolo ”I Boschi residui delle Marche” a cui aveva attivamente partecipato dall’inizio della sua attività di ricerca, dando il suo contributo anche alle diverse campagne di raccolta dati in campo che alla elaborazione e riorganizzazione delle informazioni.
Originaria di Treia, ma residente ad Ancona con la famiglia, Silvia Zitti lascia il marito Alessandro Coluccelli, ricercatore presso la Facoltà di Scienze biologiche, e la figlia Cristina, di 15 anni. Le esequie si terranno sabato 21 novembre alle ore 9.30 nella chiesa di Santa Maria dei Servi ad Ancona.