ANCONA – Una passeggiata di dodici chilometri lungo i sentieri che si snodano nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini immersi nella natura, fra piante secolari e scorci mozzafiato, partendo da Pieve Torina per inerpicarsi fino a Monte Cavallo, nel cuore del cratere sismico del 2016, per lanciare un messaggio chiaro e cioè che la montagna può essere luogo di inclusione. È l’obiettivo che si pone “Vera, un’idea di cammino” l’associazione nata appena due settimane fa, proprio per creare un cammino accessibile in montagna, con l’ausilio della joelette, una carrozzella da fuori strada che consente alle persone con mobilità ridotta di partecipare a gite o corse. La passeggiata inaugurale, aperta a tutti, sarà sabato 4 giugno con ritrovo alle 8,30 e partenza alle 9.
Come sempre dietro ogni idea ci sono grandi sogni e quello di Valeria Masala, cinquantacinquenne di Terni, che il 30 luglio 2019 perse gamba e braccio sinistri in un incidente in moto in cui morì il compagno, era quello di «salire sulla Sibilla».
A causa dell’incidente, nonostante la grande passione per il trekking, questo sogno sembrava destinato a rimanere nel cassetto, finché, grazie a tre giovani marchigiani è riuscita a realizzarlo.
Ma andiamo un passo alla volta, proprio come gli escursionisti.
Valeria Masala un giorno decide di scrivere un post su Facebook, sul gruppo Amanti dei Monti Sibillini per chiedere informazioni. «Un giorno – racconta – guardando le foto dei Monti Sibillini ho notato una strada a forma di zeta e mi sono domandata se fosse percorribile con un fuori strada. Allora ho scritto un messaggio sul gruppo ponendo proprio questa domanda, e concludendo il post con una battuta: a meno che qualcuno di voi non mi porti su con una joelette. Tempo 10 minuti arrivano già le prime risposte. Un ragazzo si propone di aiutarmi, mi dice di essere una guida e che se avessimo trovato qualcuno in grado di guidare l’ausilio mi avrebbe accompagnato. Pochi istanti dopo mi risponde un altro ragazzo dicendomi che sa guidare».
A questo punto mancava solo la joelette, ma grazie alla solidarietà anche questo scoglio viene superato, perché un giovane la mettere a disposizione. E così, grazie a queste tre persone, Valeria Masala ha iniziato la sua avventura fin su alla Sibilla, un sogno coronato il 18 settembre dell’anno scorso. Da questo nucleo vitale costituito da quattro persone nasce l’idea dell’associazione Vera.
Chi sono i tre accompagnatori di Valeria Masala? Sono tre giovani marchigiani, due di Osimo, Alessandro Bianchi (operatore joelette) ed Elisa Marra (appassionata di trekking), e uno di Civitanova Marche, Rodolfo Nasini, guida Aigaee che ha trovato la joelette messa a disposizione dal comune di Terre Roveresche.
Vera, è l’acronimo del nome dei quattro ideatori, Valeria, Elisa, Rodolfo e Alessandro, ma l’associazione conta 9 persone tra i soci fondatori, con Masala presidente. «Con l’associazione – racconta – vogliamo dimostrare che con i giusti ausili e l’aiuto di persone disponibili si può anche salire su una montagna». Dopo 9 mesi, da quel 18 settembre «abbiamo “partorito” Vera – dice con ironia – un’associazione costituita tutta da marchigiani dove io sono l’unica umbra. È nata una bellissima amicizia, e anche se questa è una piccola goccia in un grande oceano, sappiamo di poter aiutare altre persone come me».
Ora l’obiettivo di Vera è quello di acquistare una joelette per metterla a disposizione dell’associazione-. «Non ci siamo dati limiti geografici – spiega – ciò che vorremmo fare sono anche corsi di formazione per l’utilizzo del dispositivo». Una joelette costa dai 4mila euro in su per cui l’associazione potrebbe decidere da qui a breve di attivare una raccolta fondi.