ANCONA – Sicurezza per i lavoratori. È quanto hanno chiesto questa mattina a gran voce i sindacati confederati Cgil, Cils e Uil in presidio al porto di Ancona presso il Varco della Repubblica. Presenti anche i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, insieme a Filt Cgil, Fit Cisl e Uilt Uil. Oltre un centinaio i presenti, fra i quali anche il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale, Rodolfo Giampieri.
«Ogni strategia deve sempre mettere al primo posto la sicurezza nel lavoro» ha dichiarato Rodolfo Giampieri ponendo l’accento sul fatto che, con un «porto che sta creando sviluppo e occupazione, abbiamo tutti insieme il dovere, mondo sindacale, imprese, istituzioni, di non abbassare mai la guardia sul tema della sicurezza nel lavoro». «Ci stiamo confrontando anche su questo tema con le rappresentanze sindacali – conclude – , per cercare insieme di migliorare sempre più questo fattore indispensabile per la crescita».
La manifestazione è stata indetta dopo l’infortunio mortale avvenuto nel tardo pomeriggio del 4 novembre, quando un metronotte di 52 anni, Luca Bongiovanni, è stato investito all’ingresso della banchina 23 da un tir in manovra. Una morte avvenuta sulla stessa banchina dove poco più di un anno (10 giugno 2019) fa aveva perso la vita Luca Rizzeri, il marittimo 33enne ucciso da una cima di un porta cointaner che staccandosi, per colpa dell’usura non gli ha lasciato scampo.
«È l’ennesimo segnale che sul fronte della sicurezza dei lavoratori qualcosa non ha funzionato – spiega Marco Bastanelli, segretario generale della Cgil Ancona – : con questo presidio vogliamo tenere accesa l’attenzione su questo tema, perché anche in tempo pandemia non sono consentiti sconti a nessuno. I protocolli vanno seguiti alla lettera, anche più di prima».
I dati mostrano come gli incidenti sul lavorano siano una questione rilevante nelle Marche, dove vedono numeri, nonostante il lockdown imposto per la pandemia covid-19. Da gennaio a settembre 2020 si sono verificati 38 infortuni mortali, nelle Marche, mentre nello stesso periodo del 2019 (gennaio-settembre) erano stati 21. Guardando ai numeri delle denunce di infortunio registrate tra gennaio e settembre 2020, sono state 11.057 mentre nel 2019 erano 13.860, ma va considerato il lockdown con la chiusura delle attività e delle imprese. Dati che secondo Bastianelli evidenziano che «nonostante il rallentamento delle attività per la pandemia, non c’è un miglioramento, per questo occorre insistere sui processi formativi e sull’attuazione dei protocolli».
Il segretario generale di Uil Trasporti, Giorgio Andreani, afferma «non si può morire di lavoro». «Ci sono normative e regolamenti, ma occorre applicarli con la massima attenzione per evitare nuovi incidenti – spiega – . Non si può abbassare la guardia, bisogna promuovere la cultura della sicurezza per tutelare al massimo i lavoratori».
Il segretario Fisascat Cisl Marche, Marco Paialunga, ha rimarcato che «il porto di Ancona è un luogo delicato per la sicurezza, che in questi anni ha avuto un altissimo incremento di attività». Al porto, spiega, «lavorano forze dell’ordine e istituti di vigilanza» ai quali ha chiesto «una maggiore collaborazione sul fronte della sicurezza e una maggiore attenzione al tema».