ANCONA – Si dilata il periodo che prevede l’obbligatorietà della presenza dei bagnini di salvataggio negli stabilimenti balneari. Dal 1° maggio al 30 settembre nei balneari aperti dovrà esserci anche il servizio di salvamento tutti i giorni e non solo nei fine settimana. Un nodo non ancora risolto che mette in agitazione gli operatori. Il Sib, Sindacato Italiano Balneari di Confcommercio evidenzia la carenza di queste figure.
Se il tentativo di destagionalizzare, con anticipo delle aperture dal 1° maggio e l’allungamento fino al 30 settembre è accolto positivamente dalla cetegoria, il timore è che sia poco attuabile proprio per il vincolo imposto, ovvero che i bagnini di salvataggio presidino gli stabilimenti tutti i giorni e per tutto il periodo, per garantire la sicurezza dei bagnanti. Il presidente regionale del Sib Romano Montagnoli evidenzia «il tema economico legato al maggior costo per all’allungamento della stagione balneare di 45 giorni, un mese e mezzo in più» dice.
Ma a preoccupare è soprattutto il fatto che «è difficile garantire la presenza dei bagnini a maggio e fino a fine settembre: a fare questo lavoro sono soprattutto gli studenti e questo periodo allungato non è compatibile con gli impegni di studio. Stiamo interloquendo con Capitaneria, Regione e Comuni per cercare di trovare soluzione». Il problema si era verificato già l’anno scorso, a settembre, quando era stata varata la direttiva del Comando Generale della Capitaneria di Porto.
«In passato – spiega – nei periodi in cui non c’era il bagnino di salvataggio tenevamo gli stabilimento aperti per elioterapia, poi l’anno scorso con la direttiva solo pochi sono riusciti a rimanere aperti fino a fine settembre proprio per il problema di reperimento del personale». A mancare non sono solo i bagnini ma anche il personale nelle attività collegate ai balneari, come bar e ristoranti: mancano baristi, camerieri, addetti alla cucina, «un problema che ci trasciniamo da un decennio» spiega.
A tenere in agitazione poi il tema delle concessioni: «Aspettiamo i decreti attuativi che andranno a fissare i ristori per i balneari che dovessero perdere le gare, e che uniformino i bandi di gara, per evitare che ogni comune proceda in maniera diversa. L’unica nota positiva – conclude – è il posticipo dell’obbligatorietà delle polizze catastrofali che nel nostro caso oltretutto non prevedono neanche il rischio derivante dalle mareggiate, che per noi è il più frequente».