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Nuova Legge Urbanistica, Acquaroli: «Riforma attesa da 30 anni. Visione strategica complessiva»

Un iter lungo e molto dibattuto in Aula per la proposta di legge che conta circa 400 emendamenti, la maggior parte dei quali presentati dalle opposizioni (Pd e M5s) molto critiche sul testo

Il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli

ANCONA – «È una riforma attesa da 30 anni». Così il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, sulla legge urbanistica al centro della seduta odierna del Consiglio regionale. La discussione della proposta di legge va avanti da quattro giorni e aveva preso avvio martedì scorso (22 novembre) dopo la seduta aperta dedicata al report sul fenomeno della violenza contro le donne nelle Marche, poi era proseguita il giorno successivo (mercoledì) e giovedì, per poi riprendere oggi – lunedì 27 novembre.

Un iter lungo e molto dibattuto in Aula per la proposta di legge che conta circa 400 emendamenti, la maggior parte dei quali presentati dalle opposizioni (Pd e M5s) molto critiche sul testo approdato in Consiglio regionale, che andrà al voto domani. Il governatore Acquaroli, parlando con i giornalisti a margine della seduta ha sottolineato che la regione sulla legge urbanistica e sul Piano paesistico ambientale regionale «è indietro di 30 anni: non ce lo possiamo permettere perché si penalizza lo sviluppo del nostro territorio si danneggia il paesaggio e l’ambiente, si creano le condizioni affinché l’incertezza domini».

«Vogliamo confrontandoci con tutti, siamo al quarto giorno di Consiglio regionale e non sarà l’ultimo, arrivare all’approvazione del migliore testo possibile – ha detto Acquaroli – e non escludiamo che nelle more dell’attuazione della legge, questo testo possa essere revisionato e migliorato», ma intanto «è un punto di partenza rispetto a delle colonne portanti del futuro della regione. Colonne portanti che vengono espresse tramite di un articolato che può essere migliorato ma le colonne portanti restano colonne portanti».

Il presidente della Regione Marche ha spiegato che la nuova normativa da un lato «cerca di superare delle criticità annose» della legge atturalmente in vigore, dall’altro che cerca di dare un governo di sistema, in una ottica di sviluppo e mantenimento del territorio. «Credo che l’obiettivo sia raggiunto, quello di dotare i nostri comuni e gli enti territoriali – ha detto – di un nuovo strumento che possa coinvolgerli e metterli in condizioni di partecipare a una visione strategica complessiva».

La discussione in Aula sulla legge urbanistica

«Siccome vogliamo la semplificazione – ha proseguito -, non avremo difficoltà eventualmente si dovessero manifestare delle criticità, a correggerle. Ma penso che sia importante oggi procedere all’approvazione dopo il confronto dell’Aula perché non vorrei fare l’errore che si è fatto nel passato, cioè quello di ricercare una legge perfetta e di non riuscire mai ad approvarla, continuando a lavorare e facendo lavorare tutti con uno strumento superato negli anni e bocciato dai fatti, perché la nostra regione ha uno sviluppo a macchia di leopardo» con alcune zone industriali, commerciali o artigianali dove «si è arrivati a urbanizzare il territorio, senza dare pieno compimento allo sviluppo. D’altra parte ci sono esigenze che non sono state perseguite ad esempio i centri storici abbandonati e un’urbanizzazione, come per le aree di sviluppo anche per le aree residenziali, non completa».

Secondo il presidente della Regione «a margine dello sviluppo non organico» ci sono «anche problemi di assetto idrogeologico. Lo vediamo in tante realtà, quando ci sono precipitazioni, ci sono tanti problemi. Il nostro è un territorio articolato e complesso. Ma è sotto gli occhi di tutti che la legge del governo del territorio sia una priorità a cui dare risposta»

I Comuni avranno quattro anni per adeguarsi dopo l’approvazione della nuova normativa, ha spiegato Acquaroli, e la Regione «predisporrà delle risorse gradualmente per mettere in condizioni e sostenere i Comuni, soprattutto quelli più piccoli, di adeguarsi». Sul parere contrario espresso da tre province il governatore ha detto «i preoccupa di capire le motivazioni del parere, per dare una risposta. Se le motivazioni sono di visione complessiva diciamo che queste province sono espressione di un territorio e di espressione politica. Se c’è una motivazione specifica la si piò affrontare, se c’è una critica all’architettura generale è la logica della democrazia, chi vince governa e si assume delle responsabilità, chi perdere critica mostrando le difformità di visione. Nella logica della democrazia ci sta che qualcuno possa non condividere, però il Cal – ha concluso -si è espresso con un’ampia maggioranza a fronte di tre province che hanno votato contro, ci sono stati tanti altri enti che hanno votato a favore».

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