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Obbligo Green pass, le palestre delle Marche accusano il colpo: -20% di presenze. Egidi (Afm): «Così non si va avanti»

L'introduzione dell'obbligatorietà della certificazione verde per accedere alle palestre al chiuso ha fatto perdere clientela alle strutture delle Marche che hanno chiesto un confronto alla Regione per ottenere risorse

Palestra
Le palestre potrebbero iniziare a vedere la luce dal 6 marzo

ANCONA – Sono crollate del 20% le presenze nelle palestre delle Marche in seguito all’introduzione dell’obbligo di Green pass per accedere alle strutture sportive al chiuso. A meno di una settimana dall’entrata in vigore del provvedimento, scattato il 6 agosto, l’impatto sulle imprese del mondo del fitness si è subito fatto sentire.

A tracciare il quadro della situazione è Gianluca Egidi, presidente dell’Afm, Associazione Fitness Marche. «Per il mondo delle palestre il Green pass rappresenta l’ennesima perdita di fatturato, con un calo subito evidente sugli abbonamenti mensili – spiega -:  una parte della clientela ha sospeso gli abbonamenti già dal mese prossimo e un’altra parte ci ha già comunicato che non intende procedere al rinnovo» perché sprovvisti del lasciapassare e doversi sottoporre a tampone ad ogni accesso in palestra, anche se a prezzo calmierato rappresenterebbe comunque un onere.

Insomma una parte dei non vaccinati intende resistere e piuttosto che sottoporsi all’inoculazione, preferisce rinunciare all’attività sportiva all’interno delle palestre. «Un calo, quello del 20% che interessa mediamente tutte le strutture della regione – prosegue – e che va ad aggiungersi alla riduzione del 40% dei frequentatori delle palestre legata alle misure di contingentamento e di riduzione della capienza all’interno degli impianti».

Gianluca Egidi, presidente regionale associazione Afm

Insomma, una “mazzata” sopra l’altra. In pratica le palestre a queste condizioni dovrebbero lavorare con il 60% in meno di clientela rispetto all’epoca pre-covid, ma come fa notare Egidi a queste condizioni «è impossibile mantenere il servizio con i costi a regime e con meno della metà delle persone». Per questo i gestori delle strutture si sono mobilitati e nei giorni scorsi hanno avuto un confronto con l’assessore regionale allo sport, Giorgia Latini, per chiedere risorse per le palestre che diversamente «non riusciranno ad andare avanti», lasciando a piedi anche il personale che che lavora in questo settore.

L’idea a cui si sta lavorando è quella di «attivare un bando regionale per erogare contributi alle palestre» e stando a quanto riferisce il presidente di Afm da parte della Giunta è emersa la «volontà trasversale di aiutarci a superare questo momento, bisognerà però capire a quanto ammontano le risorse che avremo a disposizione, ci auguriamo non siano eccessivamente esigue perché altrimenti non saranno utili a nessuno».

Intanto però le strutture devono fare i conti con le proteste dei clienti sprovvisti della certificazione verde che in alcuni casi li accusano di non volerli in palestra perché si adeguano all’obbligo previsto nel decreto, e «non capiscono che invece siamo noi i primi a subire un danno» spiega Egidi.