ANCONA – L’occupazione nelle Marche cresce del +3,7% nel 2022, una crescita che risulta essere «tra le più elevate fra le regioni italiane (inferiore solo a quelle di Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Toscana e Puglia) e ben più elevata del dato nazionale (+1,1%)». A fornire il dato sono Cna e Confartigianato sulla base dell’elaborazione di dati Istat. Il tasso di attività (la partecipazione al mercato del lavoro) passa dal 69,2% del 2021 al 71,4% del 2022, il tasso di occupazione passa dal 64,1% del 2021 al 66,8% del 2022 e il tasso di disoccupazione scende dal 7,1% del 2021 al 6,2% del 2022.
«Decisa» l’accelerazione nella crescita percentuale dell’occupazione nell’anno passato, considerando che nel 2021 la crescita era stata dello 0,8%. A crescere maggiormente è soprattutto la componente dei lavoratori indipendenti, ovvero imprenditori, liberi professionisti, lavoratori autonomi, coadiuvanti familiari, soci di cooperative, collaboratori, che crescono del +5,7% (8.178 lavoratori in più nel 2022.
La crescita dei lavoratori dipendenti registra invece un +3,1% con 14.522 dipendenti in più. Guardando ai settori la crescita occupazionale non si concentra più nei servizi, come era invece avvenuto nel 2021 (quando era +4,7%, con oltre 17.600 occupati in più). L’incremento è legato alle attività manifatturiere che registrano oltre 12mila occupati in più rispetto al 2021 quando aveva segnato un +7,1%, e alle costruzioni che registrano un +16,3% di occupati ((+5.106 lavoratori). Buono anche il trend relativo all’agricoltura dove si contano +1.878 lavoratori, un +8,5%. Il terziario nel suo complesso cresce solo dello 0,9% con 3.703 occupati in più, a causa della crisi del commercio che da solo perde 3.875 occupati pari (-4,7%).
Nota positiva, la crescita dell’occupazione femminile, che se nel 2021 «ristagnava» con un -0,1% adesso segna un +5,7%, mentre quella maschile cresce del 2,1%, quando invece nel 2021 era crescita dell’1,5%. Nel 2022 nelle Marche si registrano 15.237 donne occupate in più, il doppio rispetto ai 7.462 uomini occupati che si sono aggiunti nel 2021. Il gap è ancora più evidente guardando al dato relativo all’aumento della forza di lavoro che nel caso delle donne segna un +4,7% mentre per gli uomini +1,1%. In calo del 6,3% le donne in cerca di occupazione, una flessione inferiore a quella degli uomini (-15,5%). Complessivamente il numero dei disoccupati scende del -10,8% e cala anche il numero delle persone inattive: le donne inattive in particolare diminuiscono ad un ritmo quasi doppio rispetto agli uomini inattivi (-9,5% contro -5,0%).
Guardando ai dati relativi all’occupazione sulla base dell’andamento registrato nelle cinque province, la crescita occupazionale maggiore la registra la provincia di Ascoli Piceno (+8,7%), seguita da quella di Macerata (+4,5%), da quella di Pesaro e Urbino (+3,1%) e di Ancona (+2,3%). Fanalino di coda la provincia di Fermo (+1,7%) un dato comunque più elevato rispetto alla media nazionale (+1,1%).
La diminuzione degli occupati nel commercio interessa soprattutto le province di Fermo e Pesaro-Urbino, meno quella di Ancona, mentre non riguarda maceratese e ascolano. La crescita occupazionale dell’agricoltura si concentra nel fermano, mentre nell’ascolano si registra una perdita di oltre 1.000 occupati. La manifattura segna una crescita maggiore nelle province di Ascoli Piceno (+29,3%) e Ancona ( +14,7%), mentre cala nel maceratese (-8,5%). L’occupazione nel settore delle costruzioni decolla nelle province di Pesaro-Urbino (+26,7%) e Macerata (+25,6%) mentre diminuisce in quella di Fermo (-6,6%).