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Ocean Viking, l’Ambasciata dei Diritti: «Urgente individuare un porto più vicino»

L'associazione anconetana critica il Decreto Piantedosi e invoca per la nave in rotta verso il capoluogo marchigiano un porto più vicino

La Ocean Viking al porto di Ancona (immagine di repertorio gennaio 2023)

ANCONA – «Il costante attacco alle organizzazioni non governative (ONG) impegnate nei salvataggi nel Mediterraneo si perpetua da anni per mano di tutti i rappresentanti politici: dal PD con Minniti, al governo Lega-5Stelle, fino all’attuale governo Meloni». A dirlo in una nota stampa è l’Ambasciata dei Diritti di Ancona.

Secondo l’associazione il «Decreto Piantedosi, include disposizioni che complicano le operazioni di salvataggio, stabilendo la necessità di un “porto sicuro” situato a molte miglia nautiche dal luogo del naufragio. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: dopo un anno di applicazione, le navi della flotta civile delle ONG devono affrontare lunghi viaggi per raggiungere i porti designati, distanti dalle zone di operazioni di ricerca e soccorso (SAR), con conseguenze tragiche che includono un aumento di mille persone morte in più rispetto al 2022 (con 2.571 morti accertati nel Mediterraneo nel 2023)» si legge nella nota stampa.

Il porto di Ancona «è stato assegnato alla nave Ocean Viking, che trasporta a bordo 350 naufraghi salvati, che ora sono in condizioni di stremo fisico e psicologico, ci sono anche numerosi minori non accompagnati e donne in stato di gravidanza. Tuttavia, anziché ricevere assistenza immediata – prosegue la nota -, il governo ha imposto la permanenza in mare dopo il salvataggio, obbligandoli a navigare per giorni per raggiungere Ancona. Una volta sbarcati, dovranno intraprendere un viaggio via terra in autobus, probabilmente verso le regioni del sud Italia».  Per l’Ambasciata dei Diritti «è urgente individuare un porto più vicino alla posizione attuale della Ocean Viking».

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