ANCONA – «In questo momento le terapie intensive delle Marche stanno reggendo, il numero dei pazienti che necessitano di ricovero nei reparti intensivi fortunatamente è ancora abbastanza basso». Il direttore generale di Asur Marche Nadia Storti fa il punto sulla situazione della pandemia nella regione. I numeri in costante crescita, sia sul fronte dei nuovi contagi, che sul fronte dei ricoveri, la maggior parte dei quali avviene nei reparti non intensivi, tiene in apprensione la popolazione per quelli che potranno essere gli scenari da qui a qualche mese.
In ogni caso, per ora i reparti intensivi delle Marche riescono a far fronte all’ondata. «Se è merito della diagnosi precoce o dell’evoluzione del virus non lo sappiamo – spiega la dottoressa Storti – però in questo momento la situazione è sotto controllo. Naturalmente mantenere questa situazione sotto controllo dipende non solo dall’impegno di tutti gli operatori, ma anche dal rispetto di quelle che sono le norme da parte dei cittadini, non mi stancherò mai di dirlo».
Intanto la strategia che si sta seguendo, chiarisce il direttore generale Asur Marche, è quella di «continuare con le strutture, senza sporcare gli ospedali». «Stiamo procedendo secondo l’andamento giornaliero della pandemia, facciamo il punto tre volte al giorno per rimodellare l’assistenza e il personale ai bisogni popolazione» spiega, precisando che anche nell’ambito delle strutture ospedaliere c’è una rimodulazione continua.
A Macerata «c’è un altro piano di malattie infettive che apriamo»: già sono 20 i posti letto attivi, ma l’obiettivo è di raddoppiare arrivando a 40 letti. Poi è stata aperta una palazzina di malattie infettive, separata dall’ospedale, ad Ascoli Piceno con 17 posti letto, dei quali però 15 sono occupati e due aree covid a Jesi, una nella pneumologia che è già totalmente covid e l’altra nell’area medica dove «stiamo vedendo di trovare un’altra ala separata dagli altri percorsi».
«In questo momento non c’è nessun ospedale che è tutto covid – prosegue – , perché cerchiamo di mantenere in equilibrio l’attività di gestione del paziente covid con il resto dell’attività».
L’altro fronte di impegno è quello dell’apertura di un Covid Hotel per ogni area vasta dove accogliere i positivi che non possono restare isolati nelle loro abitazioni, per il quale la Protezione civile regionale sta lavorando per giungere ad un accordo con l’associazione albergatori. Per quanto riguarda le Usca negli ultimi giorni sono stati assunti un centinaio di infermieri, mentre per i medici, visto che i bandi sono andati deserti, si lavora con l’ordine dei medici per inserire nelle Unità Speciali di Continuità Assistenziale medici neoassunti e in pensione. Attualmente sono 31 le Usca attive nelle Marche, costituite da un medico e un infermiere, alle quali si possono unire in caso di necessità anche radiologi, muniti dei nuovi ecografi portatili.
«I medici neo assunti saranno affiancati da personale esperto e svolgeranno le attività confacenti in base alla loro preparazione», spiega Nadia Storti, sottolineando che le Usca sulla base delle necessità stanno intervenendo anche all’interno delle case di riposo e nelle residenze protette».
Intanto i vaccini antinfluenzali stanno arrivando nelle Marche, delle 420mila dosi acquistate da Asur: «Siamo quasi al completo, ne mancano pochissime, ma stanno arrivando».