ANCONA – Flessibilità, è questa la parola chiave che sta contrassegnando anche questa seconda ondata della pandemia. Gli ospedali si rimodulano e riorganizzano reparti e posti letto per far spazio ai ricoveri covid. Ma qual’è la situazione attuale nei nosocomi della nostra regione? Il quadro è in continuo mutamento, ma a quanto emerge dai dati la situazione al momento sembra ancora “gestibile”, pur se con notevole sforzo organizzativo, e l’attività ordinaria va avanti, senza paralisi come avvenuto nei mesi di marzo e aprile, a inizio pandemia.
«Andiamo avanti con una riduzione dell’attività in base al personale impiegato nelle aree covid – spiega il direttore generale Asur Marche Nadia Storti – : ad esempio se anestesisti e rianimatori sono utilizzati nelle “coviderie” (ndr aree covid) si riduce l’attività nelle sale operatorie, garantendo comunque urgenze, emergenze e patologie gravi».
Raffrontando però la situazione attuale con quella presente a inizio pandemia, nei mesi di marzo e aprile, quando «c’era stata una significativa riduzione dell’attività, non siamo ancora a quel livello» spiega Nadia Storti, «e speriamo di non arrivarci». Il direttore generale Asur Marche pone l’accento sull’importanza del rispetto delle misure anti contagio, alla cui osservanza richiama i marchigiani così da scongiurare scenari peggiori: «Dipenderà dal comportamento di tutti: se vediamo quello che succede nei mercati e nei lungomari nei giorni di festa, sarebbe meglio che non accadesse».
Il direttore generale di Asur Marche spiega che «in questo momento c’è una riduzione della fase di crescita e questo significa che stiamo gestendo la situazione, speriamo di continuare a gestirla in questo modo: con l’aiuto di tutti ce la possiamo fare». Le Marche infatti sono tra le regioni rimaste ancora in area gialla (rischio moderato) in base alla suddivisione operata dal Dpcm, mentre per Abruzzo, Umbria, Basilicata, Liguria e Toscana è scattato il passaggio nelle zone arancioni (rischio medio – alto) con misure restrittive più rigide: blocco della mobilità fra comuni e regioni, serrata per bar e ristoranti.
La nostra regione ha un indice Rt inferiore ad 1,5m puntualizza il direttore Asur Marche, un valore che ha consentito alle Marche di restare in area gialla, grazie al fatto che il numero complessivo dei positivi e dei ricoveri «adesso si sta riducendo» spiega Nadia Storti, rispetto a quanto avveniva nelle scorse settimane, «questo dimostra che i provvedimenti che sono stati adottati cominciano, anche se ancora poco, a dare i primi risultati».
A contribuire al buon “piazzamento” (area gialla) delle Marche, secondo il direttore Asur sono state «la risposta del sistema sanitario regionale e della tracciabilità dei positivi, fondamentale per bloccare i focolai».
Vediamo la situazione dei reparti covid negli ospedali marchigiani (eccetto Marche Nord, da cui non sono arrivate risposte in merito).
A Torrette i reparti Covid attivi sono 4: la palazzina di Malattie Infettive dove i 40 posti letto a disposizione, fra Clinica e Divisione (reparti guidati dai primari Andrea Giacometti e Marcello Tavio), sono già tutti occupati da settimane, l’area Obi presso la Medicina di Urgenza, affianco al Pronto Soccorso (diretti da Aldo Salvi), dove ci sono 10 posti letto occupati (tutti i disponibili), la Rianimazione Clinica guidata dal primario Abele Donati dove 18 posti letti sono occupati e altri 10 sono in allestimento presso la Clinica di Anestesia e Rianimazione diretta dal primario Elisabetta Cerruti. Al sesto piano di Torrette la direzione ospedaliera ha allestito altri 24 posti letto Covid (Area covid 4) diretti dal primario della Cardiologia Ospedaliera Gian Piero Perna. Invece al secondo piano della Medicina d’Urgenza (guidata dal primario Aldo Salvi) vengono ricavati altri 21 letti di sub intensiva per i degenti covid nei locali dove era ospitata la biblioteca e in altri utilizzati come aule. L’attività ordinaria però va avanti. Nel reparto di Malattie Infettive i pazienti non covid che hanno bisogno di degenza vengono ricoverati al piano zero della palazzina che è stato ristrutturato per fare spazio ai degenti (Aids, meningite, infezioni gravi, setticemie e le altre patologie gravi che necessitano i ricovero). Al momento sono 10 i pazienti qui ricoverati, 5 della Clinica e 5 della Divisione, ma se dovessero esserci ulteriori ricoveri si troverebbe ancora spazio in altri reparti, spiega il primario della Clinica di Malattie Infettive Andrea Giacometti, fra la Pneumologia, la Medicina e l’Urologia, a seconda delle infezioni.
L’Asur Marche attualmente ha attivato 10 reparti covid negli ospedali delle Marche. A fare il quadro della situazione è il direttore generale Nadia Storti che evidenzia come sono stati aperti «tutti quelli previsti dal piano pandemico regionale: da Senigallia a Jesi, Chiaravalle, San Benedetto, Ascoli Piceno, Fermo, la palazzina di Malattie Infettive di Macerata e il Covid Hospital di Civitanova Marche».
All’ospedale di Fermo sono due i reparti covid, le Malattie Infettive e Terapia Intensiva, nel nosocomio di Ascoli è covid la palazzina di Malattie Infettive, mentre all’ospedale di San Benedetto del Tronto lo è la Terapia Intensiva. Poi c’è il Covid Hospital di Civitanova Marche, con due moduli attivi e un terzo appena aperto, mentre all’ospedale di Macerata è covid la palazzina di Malattie Infettive. Agli ospedali di Jesi e Senigallia sono state attivate un’area covid per ciascun nosocomio, mentre a Chiaravalle zona covid è quella della Rsa, così come a Galantara dove è stata attivata una area covid per le post acuzie.
All’Inrca di Ancona, struttura identificata dal piano pandemico regionale come ospedale con reparti dedicati al covid sono 2 quelli attivi attualmente e si trovano nella palazzina ex Persichetti, dove sono presenti 38 posti letto suddivisi su due piani (19 letti per piano- piano zero e piano uno) dei quali attualmente ne sono occupati 31. Ma la direzione ospedaliera sta lavorando per approntare altri 18 posti letto nell’area della Chirurgia e del Piede Diabetico i cui pazienti verranno gestiti fra Ancona e Osimo: i degenti di questi reparti che necessitano di un intervento chirurgico o che per altre patologie collaterali è più opportuno che restino, rimarranno ad Ancona, riferiscono fonti interne ospedaliere, spiegando che fra questi ci sono i dializzati e quelli che necessitano di interventistica vascolare.
Ma anche qui all’Inrca, l’attività ordinaria va avanti, chiariscono le stesse fonti interne: nonostante l’accorpamento della lungo degenza e della riabilitazione,. che hanno comportato una contrazione di posti letto, i reparti si rimodulano, ma l’attività ordinaria prosegue, pur se con grande sforzo organizzativo, e dando la precedenza ai casi più urgenti, quindi sulla base delle priorità (urgenze di categoria a e b), mentre gli interventi che non hanno carattere di urgenza vengono rimandati per la minore disponibilità di posti letto. L’ottica è quella di mantenere e gestire il paziente nella massima sicurezza, fra la sede di Ancona e quella di Osimo, chiariscono dall’ospedale, cercando di dare il meglio.