ANCONA – «Qualunque riorganizzazione deve tener conto della carenza di medici e della loro formazione». Con questa motivazione l’assessore regionale alla Salute Filippo Saltamartini ha spiegato che le Marche diranno no, in sede di conferenza delle Regioni, al decreto ministeriale 71 sull’organizzazione dei servizi sanitari territoriali.
«Non si può immaginare di riformare la sanità con il blocco delle assunzioni – ha detto ai giornalisti a margine del consiglio regionale – e senza aver formato i medici di medicina generale, quelli del 118 e del pronto soccorso».
«Drammatica» per l’assessore la carenza di medici, tanto che nel servizio 118 «su 180 medici che dovrebbero essere impiegati nelle ambulanze, ne mancano 70». A tal riguardo Saltamartini ha riproposto una soluzione già ventilata in precedenza, quella di «eliminare il numero chiuso a Medicina per i prossimi due-tre anni, triplicare le specializzazioni e di risolvere il problema della giungla delle retribuzioni, perché se molti medici non vogliono prestare servizio nella continuità assistenziale, nel 118, nei punti di Pronto Soccorso lo si deve a trattamenti che tendono addirittura ad allontanare coloro i quali svolgono questi servizi disagiati, soprattutto quelli notturni».
Affrontando il tema della pandemia, che negli ultimi giorni sta segnando una recrudescenza, l’assessore ha sottolineato che è necessario «non abbassare la guardia» e continuare ad adottare tutte le precauzioni utili a limitarne la diffusione. Saltamartini ha fatto notare che l’incremento dei casi positivi al Covid sta interessando «tutta Europa», ma che «tuttavia si ritiene ormai di considerarla una condizione endemica senza particolari patemi. Per quanto mi riguarda, invece, ritengo che la guardia non possa essere assolutamente abbassata, che tutte le precauzioni debbano essere adottate, tenendo conto che nel Paese dove il Covid ha avuto origine, la Cina, il problema si pone con una ventina di milioni di persone messe di nuovo in lockdown».
Secondo l’assessore alla Salute, quella attuale è «una fase di attesa» e in tal senso ha invitato all’attenzione specie chi ha «la custodia di persone fragili», mentre parlando delle case di riposo e delle strutture ospedaliere. ha aggiunto «dobbiamo essere molto cauti quando ci avviciniamo a questo tipo di strutture, cercando di adottare tutte le cautele che abbiamo conosciuto in questi due anni».
In vista del termine dello stato d’emergenza sanitario fissato al 31 marzo, che stando agli ultimi annunci di Draghi non dovrebbe essere rinnovato, Saltamartini ha spiegato che la questione «afferisce alla responsabilità degli individui. Non c’è un grande pensatore – ha detto – , il governo, il legislatore, la regione a prevenire i comportamenti degli individui», questi «devono essere autonomamente capaci di comprendere che proteggere le persone fragili, i propri famigliari, è un dovere non una imposizione dello Stato o nell’interesse dello Stato».
Al netto del fatto che «il vaccino ha un’efficacia di quattro mesi, ognuno deve essere capace di valutare questo tipo di copertura vaccinale secondo la propria esperienza personale. La quarta dose – conclude – verrebbe prevista dagli organi tecnici solamente per le persone fragili, ma dovrebbe essere l’ultima stazione per questo tipo di vaccino e ancora non si è studiata un’altra forma. L’attenzione da tenere in questo momento riguarda mascherine, lavaggio delle mani e il distanziamento per quanto possibile».