ANCONA – C’è anche un parlamentare marchigiano tra i 21 espulsi dal Movimento 5 Stelle per non aver votato la fiducia al governo Draghi alla Camera. È l’osimano Paolo Giuliodori che ha ricevuto la comunicazione dell’uscita forzata dai pentastellati oggi a pranzo. Un provvedimento, quello dell’espulsione, scattato non solo per chi non ha votato la fiducia, ma anche per gli astenuti e per chi era assente, eccetto chi non era presente in Aula perché in missione.
Il parlamentare osimano ha giustificato la decisione di votare no alla fiducia con queste parole: «Non posso avallare la scelta di un governo che rappresenta tutto quello che negli anni come Movimento 5 Stelle abbiamo sempre combattuto» ha dichiarato puntualizzando di aver preso la decisione in maniera «molto sofferta».
Secondo Giuliodori «non è questo quello che si aspettavano i cittadini, specialmente chi in questi anni ha votato e sostenuto il Movimento. Doveva essere un governo di alto profilo, “il governo dei migliori”, e invece ci troviamo un’ammucchiata che di alto profilo ha ben poco. Si parla tanto di futuro, di giovani, di cambiamento, ma sembra di essere tornati al 2008. Sono sempre le solite vecchie facce della vecchia politica. E la cosa che mi ferisce di più è che adesso lì in mezzo ci siamo anche noi».
«Le parole del Presidente Draghi – prosegue – hanno annunciato una “Nuova Ricostruzione”, ma sanciscono la consacrazione del neoliberismo, dell’Europa a tutti i costi, del primato della finanza sulla vita delle persone» spiega, precisando che nonostante il Movimento 5 Stelle sia «il partito più grande in Parlamento», in una maggioranza «di questo tipo conteremo poco e nulla». Il deputato per ora passerà al Gruppo Misto alla Camera, ma l’obiettivo è quello di fare squadra con gli altri espulsi per creare un gruppo unico dei “dissidenti”. Giuliodori spiega di avere dei progetti in ballo: «La scelta di rottura è anche per potermi impegnare ancora di più nella politica a livello territoriale, per essere più presente e portare avanti alcune battaglie ancora aperte, come la tutela delle piccole e medie imprese, che nelle Marche rappresentano il 99% del tessuto economico».
L’idea del parlamentare è quella di ripartire dal programma del Movimento 5 Stelle del 2018 con una posizione sovranista «nel senso buono del termine» come tiene a precisare, per raggiungere una indipendenza da una Europa «che impone austerità». Una austerità i cui esiti «si sono visti anche nelle Marche, sul fronte della sanità e dei trasporti». Giuliodori ha un dottorato in Informatica all’Università di Camerino dove prima di divenire deputato si occupava di ricerca.