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Passaporto vaccinale, Schiavoni (Confindustria): «Utile se permetterà di evitare la quarantena»

Il presidente di Confindustria Marche sottolinea l'utilità del Digital Green Certificate presentato ieri dalla Commissione europea per consentire spostamenti liberi e sicuri all'interno degli stati membri

Claudio Schiavoni
Claudio Schiavoni

ANCONA – «Se il passaporto vaccinale permetterà di evitare il periodo di quarantena ben venga, credo che in questo momento sia utile per tutti». Il presidente degli industriali marchigiani Claudio Schiavoni commenta così il “Digital Green Certificate“. Il passaporto vaccinale è stato presentato ieri dalla Commissione europea per facilitare gli spostamenti liberi e sicuri all’interno dei Paesi dell’Unione Europea in tempi di pandemia.

Attualmente chi transita o soggiorna nei Paesi esteri, è obbligato ad osservare un periodo di quarantena di 14 giorni, sia all’ingresso del Paese straniero, sia al rientro in Italia, insieme all’obbligo di sottoporsi a test molecolare o antigenico. Misure rigide, imposte per limitare la circolazione del virus, che tuttavia creano forti disagi per quanto concerne gli spostamenti legati al lavoro.

Nonostante con la pandemia si siano sviluppate piattaforme e fiere digitali per la presentazione dei prodotti e per sviluppare le relazioni con i clienti stranieri, gli spostamenti per alcuni settori di attività industriali restano ancora cruciali. Come fa notare il presidente di Confindustria Marche, «non tutto può è fatto online». «Una impresa per installare un impianto deve inviare personale sul posto, serve presenza fisica  – spiega – , oggi tutto questo lavoro viene fatto con tempi molto dilatati perché una volta arrivati nel paese straniero bisogna osservare un periodo di due settimane di quarantena, così come al rientro in Italia».

Insomma per una impresa inviare i propri dipendenti all’estero significa averli fermi per un mese tra la quarantena nel paese straniero e quella da osservare al rientro, un costo per aziende già gravate da una crisi economica legata proprio ai blocchi imposti dalla pandemia. «Velocizzare queste procedure ci riporterebbe ai tempi prima del covid» spiega Schiavoni, aggiungendo di ritenere utile «in questo momento sapere chi si è vaccinato e chi non lo è, vista la pandemia in atto, per consentire alle persone vaccinate di poter viaggiare e spostarsi».

Cosa prevede il passaporto vaccinale? Il documento stando a quanto si apprende non si limiterà solamente a dimostrare l’avvenuta vaccinazione, ma fornirà anche dettagli sui test eseguiti per chi non si è fatto iniettare i sieri per sviluppare l’immunità contro il covid. Nel passaporto vaccinale sarà indicata anche l’eventuale presenza di anticorpi sviluppati dopo la guarigione dalla malattia.

Il Digital Green Certificate, entrerà in vigore entro metà giugno e sarà disponibile, gratuitamente, in formato digitale o cartaceo. La sicurezza e l’autenticità del certificato saranno testimoniate da un Qr Code che potrà essere usato per verificare la presenza dei dati sui database. La Commissione europea istituirà uno sportello per la verifica del passaporto vaccinale in tutti gli stati dell’Ue. Gli Stati membri potranno decidere quali restrizioni alleviare nei confronti dei viaggiatori.

Grazie al passaporto vaccinale potranno viaggiare le persone che si sono sottoposte alla vaccinazione con uno qualsiasi dei sieri approvati e utilizzati sul territorio dell’Ue (gli Stati membri potranno decidere di accettare anche altri vaccini per consentire l’accesso ai cittadini di Paesi dove sono in uso altri sieri), le persone negative al tampone molecolare o al tampone antigenico rapido, oltre le persone guarite dal Covid che potranno dimostrare la loro condizione di immunità al virus con un test sierologico.

Nel Digital Green Certificate saranno riportati alcuni dati, fra i quali nome e cognome, data di nascita, data di rilascio, informazioni rilevanti su vaccino e test eseguiti. Il documento sarà valido in tutti gli Stati membri, ma sarà anche aperto a Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera.