ANCONA – «La situazione è stabile e la malattia fungina si è fermata: le piante hanno ripreso la vegetazione». Lo afferma Alberto Mazzoni direttore dell’Istituto marchigiano tutela vini, intervenendo sul tema peronospora, il fungo che si è diffuso ai grappoli d’uva, dopo le abbondanti piogge di maggio, e che taglierà la produzione.
«Abbiamo aperto un canale informativo – spiega – una chat per monitorare la situazione da Pesaro a Macerata e per avere contezza dei danni: ancora è presto per una stima, ma siamo consapevoli che avremo un calo della produzione». Il fungo attaccando la vite minaccia la vendemmia, un problema che non interessa solo le Marche, ma anche altre regioni italiane e che è stato causato dall’impossibilità di accedere alle vigne dopo i fenomeni alluvionali per dare i trattamenti alle viti.
Il caldo dell’ultimo periodo ha aiutato i viticoltori «l’uva che non è stata attaccata dal fungo sta andando a maturazione regolare, certo, – aggiunge Mazzoni – bisognerà vedere come sarà il meteo». «Il cambiamento climatico – prosegue – sta causando danni che investono l’agricoltura in generale, non solo i vigneti, gran parte dei nostri produttori hanno anche altri tipi di coltivazioni, come grano e olivo, produzioni che sono state danneggiate, mentre il girasole, che l’anno scorso aveva subito danni, quest’anno si salva».
Nonostante l’impatto del cambiamento climatico in atto, Mazzoni vede il bicchiere mezzo pieno: «L’agricoltura sta progredendo molto negli ultimi anni – dice – è cresciuta la professionalità degli imprenditori agricoli, molti dei quali si sono dotati di agronomi, ed hanno investito, grazie alle risorse messe a disposizione dalla Regione, nella riorganizzazione delle aziende e nella sostituzione dei macchinari con altri più avanzati tecnologicamente».
Parallelamente grazie alla sinergia con l’Università Politecnica delle Marche, cresce anche il fronte della ricerca. «Con la giunta regionale stiamo lavorando per prevedere laghetti per l’irrigazione e bandi per la dotazione delle imprese di reti antigrandine. Occorre difendersi – conclude – visto che la grandine non è più come una volta, ma è grande come palle da tennis. La partita della peronospora si gioca sul tavolo nazionale, la nostra richiesta è quella di intervenire sulla sospensione delle rate dei mutui, sugli interessi passivi, perché a fronte di raccolti tagliati, pagamenti più alti (gasolio, concimi e prodotti) e incassi minori, alle imprese manca liquidità».