ANCONA – Cambia e si fa più flessibile il fermo pesca, il provvedimento legislativo del Governo che ha come obiettivo quello di tutelare le specie marine più diffuse, favorendone la riproduzione naturale. Se il periodo pressappoco è lo stesso, con inizio fissato al 31 luglio e termine al 16 settembre (nel 2023 prese il via il 29 luglio fino al 9 settembre) da Ancona a Civitanova, quello che cambia sono le giornate di pesca. A San benedetto del Tronto invece le imbarcazioni si fermano dal 16 agosto al 29 settembre. Le novità arrivano con l’ultimo decreto del Governo.
Soddisfatta la marineria anconetana, pur con qualche perplessità. «È cambiato tutto il sistema di pesca – spiega Apollinare Lazzari, della cooperativa produttori pesca di Ancona – grazie al nuovo decreto del Governo che ha accolto richieste che avanzavamo da tanti anni». Tra le novità le giornate di pesca, uniformate in tutto l’Adriatico, inoltre i pescatori potranno calare in mare le reti anche il sabato e la domenica a patto di non superare i tre giorni di pesca.
«Siamo soddisfattissimi – dichiara Francesco Caldaroni, presidente delle Marinerie d’Italia – il fermo pesca non è cambiato, ma le giornate di pesca si e ci consentono» tre giorni di pesca senza più distinzione tra barche grandi e barche piccole, senza il bisogno di giornate aggiuntive».
Lazzari spiega che il sistema delle tre giornate consente agli armatori di «regolare meglio i mercati, perché possiamo distribuire le 72 ore di pesca in quattro giornate e quindi se c’è meno pesce possiamo pescare anche per sole 12 ore anziché le 24 obbligatore di prima. Per noi è un bel decreto». Un provvedimento che consente anche di evitare di perdere giornate di lavoro ad esempio a causa del maltempo.
L’unica perplessità sollevata dagli armatori anconetani è quella relativa alle stesse giornate fi pesca concesse sia a chi pesca con rete singola che con doppia rete, nonostante in questo ultimo caso l’impresa di pesca abbia una produttività decisamente maggiore: «Chi pesca con due reti può pescare per tre giorni come chi pesca con una sola rete – spiega Lazzari – mentre in precedenza dovevano pescare per un giorno e mezzo». Il rischio, secondo l’armatore è che si raddoppi la quantità di pescato non consentendo alla popolazione ittica di avere il tempo necessario per riprodursi, per questo «abbiamo chiesto al ministro una modifica».
Non è però dello stesso avviso Caldaroni secondo il quale dal momento che la doppia rete permette di pescare di più e quindi di avere un maggior reddito «dovrebbero pescare tutti con questo sistema. Non si può obbligare un’azienda a lavorare di meno solo perché produce più degli altri. Ogni azienda deve mettersi nelle condizioni di migliorare per produrre di più e meglio». Caldaroni evidenzia che «per la fine dell’anno ci saranno molte demolizioni e non andrebbe ad intaccare un esubero di pescato. La regola di chi chiede di far pescare meno le doppie reti vale anche per le imbarcazioni con motori di grossa cilindrata?».