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Pd, petizione per commissariamento. Outing di Morgoni: «Ho firmato». Morani: «Non è punitiva»

Una raccolta firme avviata da alcune ore sta già tenendo banco nel dibattito. Una doccia fredda per Gostoli che parla di accanimento; Morani risponde che non è una «misura punitiva». Ecco cosa succede

Giovanni Gostoli
Giovanni Gostoli, segretario regionale Pd

ANCONA – Ha preso avvio da poche ore la petizione lanciata da un gruppo di iscritti e militanti del Pd per chiedere il commissariamento del partito regionale e sta già facendo discutere. Nella cordata, che chiede discontinuità rispetto al passato, coordinatori di circolo, amministratori, iscritti, componenti di circoli locali: insomma una petizione partita dal basso per traghettare il partito verso un cambiamento.

Mario Morgoni
Mario Morgoni

A fare outing venendo allo scoperto e confessando di aver apposto la sua forma sulla petizione, è il parlamentare maceratese Mario Morgoni, che condivide lo spirito dell’iniziativa. «Il sistema del Pd nelle Marche ha dimostrato di non funzionare, bisogna prenderne atto. Non è un problema di contrapposizione o lotta fra correnti, in ballo c’è la rigenerazione del partito e di un sistema che ha sancito il suo fallimento solo nelle Marche».

Il riferimento alle recenti elezioni regionali è chiaro e per Morgoni il cambiamento non può che partire dalla classe dirigente: «Gostoli non è il sistema, ma è parte di esso – spiega il parlamentare – Quando la rotta è sbagliata se ne fanno carico il comandante e l’equipaggio. La petizione è un atto democratico – prosegue – suggerirei a Gostoli di non vederla come minaccia ma come un atto di vitalità interno al partito».

Ma il segretario regionale dei dem va all’attacco: «Chi invoca l’azzeramento senza discussione, oltre a non prendersi le proprie responsabilità, non fa un buon servizio al dibattito futuro del partito. Siamo arrivati qui anche a causa di questo modo di fare alla ricerca di capri espiatori e scorciatoie».

Una doccia gelata per Gostoli che parla di «divisioni e litigiosità che con il tempo sono diventati sempre più barbarie»: «Non pensavo di meritare un accanimento di questo genere sul piano politico, ma anche umano – spiega – . Così come credo sia un atteggiamento sbagliato non solo per chi c’è oggi, ma anche per chi verrà domani. Sono sempre più convinto che insieme al progetto politico, prima ancora delle persone, questo partito ha bisogno di ritrovare un sentimento di comunità e di una più profonda tensione unitaria».

Alessia Morani

A rispondergli è il sottosegretario al Mise Alessia Morani che puntualizza: «Nella richiesta di commissariamento non c’è niente di personale e te lo dice una persona che non solo ha per te un affetto sincero, ma che ti ha anche sostenuto sia al congresso provinciale che a quello regionale. Il commissariamento ha natura esclusivamente politica ed è motivato dalla gravità della sconfitta elettorale e dallo stato preoccupante in cui versa il nostro partito».

Insomma, anche per Morani non ha «volontà punitiva nei confronti di nessuno ma è solo uno strumento utile a farci comprendere ciò che è accaduto nelle Marche e a trovare la strada per il futuro.
Come è noto, anche io penso che le responsabilità siano diffuse e diverse per gradi di importanza. Ciò non toglie che tu rappresenti tutta la comunità del Pd marchigiano e per questo ci aspettiamo da chi ha responsabilità un aiuto per provare a ricostruire un tessuto politico fortemente indebolito e diviso. I nostri elettori ci hanno dato un segnale chiaro. Ora è il momento di dare un segnale anche noi e di dimostrare di avere compreso».