ANCONA – «Noi dobbiamo tutelare la vita, la legge non parla di interruzione di gravidanza, ma di tutela della vita, è una visione che abbiamo. Se passa il concetto che la Ru486 è come un aspirina, c’è un problema serio». L’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini interviene sulle polemiche nate nel corso della seduta del Consiglio regionale di martedì scorso con la mozione a firma Pd sull’effettiva possibilità di ricorrere all’aborto nelle Marche.
In Aula lo scontro si era acceso sulla questione della Ru486, la cosiddetta pillola abortiva: i consiglieri del Pd chiedevano l’applicazione delle linee guida ministeriali che aveva aperto all’impiego dell’aborto farmacologico nei consultori.
La Giunta però aveva espresso una linea diversa, ovvero quella di voler sostenere la vita e il mondo femminile nella scelta della maternità, per evitare che il ricorso all’aborto sia una scelta obbligata da ragioni economiche. Inoltre aveva annunciato di stare lavorando ad una legge per la famiglia con sostegni economici. L’assessore Saltamartini in Aula aveva chiarito che le linee guida non erano vincolanti, un concetto che ribadisce nuovamente.
«Le linee guida non sono fonti del diritto» spiega l’assessore alla Sanità, inoltre replicando alle affermazioni del sottosegretario alla Salute Sandra Zampa, che ieri aveva auspicato che la Regione Marche tornasse presto sui propri passi «rispettando appieno le Linee Guida di questo Dicastero», Saltamartini aggiunge: «Le linee guida non sono in grado di integrare la legge, facciano una legge, visto che sono al governo».