ANCONA – Ventilazione meccanica controllata, rilevazione della CO2, sistemi di regolazione automatica degli impianti, insomma una «scuola al centro della vita cittadina». È così che la Regione ha pensato la scuola del futuro, all’insegna dell’innovazione e dell’attenzione all’ambiente, e da realizzarsi con la messa a terra delle risorse del Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza. Oggi a Palazzo Raffaello, l’assessore alle Infrastrutture della Regione Marche, Francesco Baldelli, affiancato dall’architetto Goffi e dall’ingegner Bartoli, ha illustrato il piano di lavoro “Marche: Innovazione, Scuola, Futuro – PNRR Scuola: Modello Marche per l’innovazione e la messa in sicurezza degli edifici scolastici”.
«Mettiamo a terra le risorse destinate alla nostra Regione del Pnrr» ha detto l’assessore Baldelli: si tratta di 20.717.243 euro «destinati ad interventi di demolizione e ricostruzione degli edifici scolastici, o interventi di adeguamento, miglioramento sismico ed efficientamento energetico. Un finanziamento rivolto alle scuole di ogni ordine e grado, e i destinatari del bando sono i proprietari degli immobili, quindi i Comuni e le Province». Le risorse del Pnrr saranno impiegate per la riqualificazione del patrimonio esistente, ma anche per la demolizione delle vecchie scuole e la successiva ricostruzione,
Il 30% delle risorse, quasi 21milioni, «sono destinati in via preferenziale alle Province, quasi 6milioni di euro» per gli edifici di loro proprietà. La «novità che abbiamo voluto introdurre per una scuola che sia appieno nel terzo millennio e garantisca i nuovi standard di qualità dell’istruzione e di sicurezza ai nostri ragazzi, agli operatori e agli insegnanti» ha spiegato l’assessore. Oltre all’adeguamento sismico, al miglioramento della sicurezza e all’efficientamento energetico gli edifici terranno contro anche del «”modello Marche” sulla ventilazione meccanica controllata» e aggiunge: «Richiediamo anche rilevatori di anidride carbonica, di concentrazione di CO2 nelle nostre aule e negli ambienti scolastici di nuova generazione per monitorare costantemente la salubrità degli ambienti delle aule scolastiche. Un elemento di qualità e di salubrità delle strutture in cui vivono le nostre giovani generazioni».
Interventi, che come ha spiegato l’assessore, si vanno ad aggiungere a quelli già messi in campo «nell’anno appena trascorso» legati «alla sicurezza delle nostre strade, alla sicurezza di ponti e viadotti e delle opere d’arte delle strade regionali» alla ventilazione meccanica controllata nelle scuole, alla rimozione dell’amianto nelle strutture di tipo sanitario – ospedaliero.
«Abbiamo messo il bimbo al centro delle nostre città – ha detto -, il ragazzo, l’alunno, lo studente al centro delle nostre città: la scuola al centro della vita cittadina. L’apertura di questo edificio strategico all’interno delle nostre città per una apertura al territorio e alla comunità locale». Insomma, «la scuola come luogo centrale della vita cittadina mediante il suo utilizzo anche extrascolastico e l’integrazione con il tessuto urbano».
L’obiettivo è quello di «un edificio accogliente con una piazza che possa essere anche piazza cittadina, con un parco che possa essere anche il parco utilizzato nelle ore scolastiche e in tutta la fascia oraria extrascolastica dove non si incontrano soltanto i ragazzi, ma anche la comunità».
Baldelli ha spiegato che «un punteggio aggiuntivo» sarà riservato «a chi saprà presentare una idea progettuale che comprenda l’integrazione con il servizio e il sistema della mobilità dolce, le aree di sosta» incluse quelle per le biciclette «anche al coperto per i nostri ragazzi che vanno a scuola e andranno a scuola sempre di più, laddove possibile, con sistemi di mobilità dolci», poi percorsi pedonali che uniscano la scuola «ai maggiori poli attrattivi della comunità. E poi spazi flessibili all’interno dell’edificio scolastico, dove classi pensate per 20 alunni possono diventare anche spazi in grado di accogliere 40 o più studenti».
Nelle previsioni della Regione anche la possibilità di prevedere spazi all’aperto «flessibili, attrezzati e non per attività didattiche» anche in pandemia, per «l’apprendimento, il relax e in modo particolare anche per le attività sportive». Baldelli ha spiegato «vogliamo fissare un modello della nuova scuola che sia scuola, ma che sia all’altezza del terzo millennio nel segno dell’innovazione».
Tra i requisiti aggiuntivi inseriti dalla Regione «chiediamo e premieremo coloro i quali saranno in grado di progettare anche attraverso sistemi Bim, building information modeling, un sistema informatico che consente di racchiudere tutte le informazioni di vita dell’edificio che andiamo a costruire»: in sintesi «in una unica visione complessiva riusciremo a unire la progettazione 3d dell’edificio con tutte le informazioni sui materiali» di costruzione e «tutto il sistema impiantistico, in maniera tale da tenere sotto controllo la vita dell’edificio durante tutto il suo utilizzo».
L’assessore ha spiegato che in caso di problemi all’interno dell’edificio, durante l’utilizzo, «mediante questo sistema, questo software, sapremo individuare l’origine del problema e la metodologia di intervento per risolverlo. Questo rende sicuramente più sicuro ma anche più economico l’intervento» in caso di manutenzione, che potrà essere anche «più rapida».
Accanto a questo rilevatori di anidride carbonica per monitorare la salubrità delle aule scolastiche, la regolazione automatica degli impianti, come ad esempio l’illuminazione che si accende in presenza della persona, il recupero di acqua piovana per i servizi igienici, l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili: una scuola che guarda alla sostenibilità ambientale e che proprio su questo filone vedrà ulteriori punteggi aggiuntivi.
Nelle intenzioni dell’assessore la scuola «non è una isola, ma un edificio parte di una città», e l’obiettivo in tal senso è quello di farne «l’edificio pubblico più importante della città», l’edificio «strategico» per la comunità locale, un «luogo centrale anche per l’utilizzo extrascolastico».