ANCONA – Proseguiranno ancora per qualche giorno le interlocuzioni interne al Pd per verificare fino alla fine la possibilità di imboccare un percorso unitario che possa portare il partito a convergere su un solo nome per la “poltrona” di segretario regionale del Pd. Dopodiché se ancora non si raggiungerà la quadra, si andrà diretti alle primarie aperte ai cittadini.
È quanto è emerso dal vertice romano di ieri (15 novembre), fra Marco Meloni, capo della segreteria del leader nazionale dei dem Enrico Letta e i due papabili candidati a segretario del Partito Democratico: Antonio Mastrovincenzo e Augusto Curti. Un incontro a tre, che si è svolto nel segno della cordialità, del dialogo e in un clima molto sereno. Dopo aver discusso con entrambi, Meloni ha poi incontrato singolarmente i due esponenti del partito, ma anche questa volta alla fine si è scelto di prendere ulteriore tempo.
Nel corso dell’incontro sarebbe tramontata, a quanto pare, l’ipotesi di una candidata donna a tutti i costi, una soluzione molto gradita a Roma: tra i nomi circolati, quello della ex assessora Manuela Bora, della parlamentare Alessia Morani e dell’ex vicesindaco di Macerata Irene Manzi.
Nelle prossime 48 ore, Meloni, dopo aver ragguagliato Letta sull’esito del vertice, avvierà una ulteriore fase interlocutoria con i consiglieri regionali, i parlamentari, i sindaci e gli esponenti dei dem, per verificare in extremis la possibilità di un candidato unitario.
Un ulteriore passaggio, ritenuto importante dal Pd: il partito teme che in mancanza di una candidatura unitaria, il Pd ne risulti ancora più spaccato e che il segretario dei dem si ritrovi a traghettare per i prossimi quattro anni un partito con una maggioranza risicata alle spalle e in una fase politica molto complessa, con la destra al governo della Regione. In ogni caso la strada che si palesa sempre più probabile è quella delle primarie fissate per il 19 dicembre tra Mastrovincenzo e Curti, salvo che non esca un coniglio dal cilindro.
Mastrovincenzo, appoggiato da una raccolta firme sostenuta da 107 esponenti del Partito Democratico, afferma di aver «dato ampia disponibilità» a continuare il confronto in atto per la costruzione di un percorso unitario e che qualora ci fosse un nome in grado di raccogliere la convergenza delle diverse anime dei dem sarebbe anche disposto a «fare un passo indietro». «Roma – conclude Mastrovincenzo – ha molto a cuore la situazione delle Marche, governate da una destra-destra».