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Ex Tubimar al porto di Ancona, Acquaroli: «Vogliamo porci con un progetto valido di rilancio»

Il neo governatore della Regione Marche ha visitato lo stabilimento nell'area portuale devastato dall'incendio lo scorso 16 settembre. Ha garantito il suo impegno sul fronte del dragaggio della banchina e della sicurezza dei lavoratori

Il sopralluogo del presidente Acquaroli alla ex Tubimar

ANCONA – «Mettere in campo fin da subito le sinergie necessarie affinché l’emergenza causata da questo incendio possa essere superata in tempi rapidi e anzi possa essere un’opportunità per ristudiare la capacità di organizzazione e rilancio del porto dorico». È quanto ha promesso il nuovo presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, nel corso del sopralluogo allo stabilimento ex Tubimar di Ancona, devastato da un incendio divampato durante il 16 settembre scorso.

Il nuovo governatore è stato accompagnato dal presidente dell’Autorità di sistema portuale, Rodolfo Giampieri, dal comandante della Capitaneria di porto di Ancona, ammiraglio Enrico Moretti, dal comandante provinciale dei Vigili del fuoco, Mariano Tusa, dall’assessore al Porto del Comune di Ancona, Ida Simonella, e dal direttore generale di Arpa Marche, Giancarlo Marchetti.

I danni al capannone ex Tubimar

Il presidente Acquaroli ha rimarcato che «il porto è una infrastruttura essenziale per la nostra regione, ha un impatto diretto e indiretto sull’economia regionale e locale assolutamente importante: è il luogo dove ci sono eccellenze internazionali e quindi c’è una attenzione molto particolare».
Nell’attesa di prendere contatti con il ministero delle infrastrutture, Acquaroli ha spiegato di aver avviato un confronto utile a capire «le esigenze e la visione che l’Autorità Portuale e tutti gli interlocutori  che lavorano all’interno del porto hanno su come affrontare al meglio questa situazione per fare sintesi e squadra per poi interloquire con il ministero». Inoltre il presidente ha confermato il suo impegno, come annunciato in campagna elettorale, nei confronti della questione dragaggio: «Il dragaggio è una questione di sicurezza – ha detto – bisogna mettervi una attenzione particolare» sia per la sicurezza dei lavoratori che per la capacità di essere competitivi, infine per il porto ha annunciato «vogliamo porci con un progetto di rilancio valido».

La visita al capannone bruciato al porto di Ancona

Una stima dei danni «in questo momento non è ancora possibile farla» ha chiarito il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, Rodolfo Giampieri, dal momento che ci sono le assicurazioni al lavoro, «ma siamo dell’avviso comunque che una ricostruzione ipotetica dovrebbe non essere inferiore ai 30milioni di investimento». Giampieri ha spiegato che fra gli obiettivi da raggiungere, in accordo con il nuovo governatore, c’è quello di «trasformare una situazione negativa in energia positiva e creare le premesse per costruire e ipotizzare una logistica del porto più moderna ed evoluta», oltre che più al passo con i tempi. Inoltre ha assicurato che il confronto con il presidente, con il Comune e con gli stakeolder sarà continuo. «Stiamo ragionando su una serie di scenari per creare un progetto complessivo da sottoporre al presidente e al suo staff» ha chiarito, sottolineando l’importanza della presenza del governatore alla ex Tubimar , una visita che ha definito come «un segnale importante di attenzione» che  «da forza, coraggio e la voglia di reagire, come il porto sta facendo. Il porto è un leone ferito – ha dichiarato Giampieri -, ma la gente del porto ha la pelle dura per cui la reazione è già pronta, stanno già tutti lavorando per ricostruire il tutto più velocemente possibile».

Moretti, Acquaroli, Giampieri e Marchetti alla ex Tubimar

Intanto l’Autorità di Sistema Portuale è al lavoro per consentire ai concessionari, i cui capannoni sono rimasti danneggiati, di spostarsi nei 7.500 metri quadrati recuperati dopo il rogo: «Stiamo vedendo una grande collaborazione fra chi era concorrente molto forte – spiega Giampieri – inaspettata in altri tempi», ma sulle tempistiche per lo spostamento si lavora celermente.

L’ammiraglio Moretti ha posto l’accento sulla necessità di mettere in campo tutte quelle iniziative che possano consentire di assorbire «il colpo che il porto ha avuto» e «fare ancora di più squadra, per fare in modo non solo che riparta il percorso di crescita da dove lo si era lasciato, ma anche che si aprano prospettive diverse che possono esserci solo se saremo in grado di camminare tutti assieme».

L’area devastata dalle fiamme

Il comandante dei Vigili del Fuoco Tusa, ha spiegato che «l’Autorità Giudiziaria sta svolgendo tutti gli approfondimenti necessari» volti a stabilire le cause del rogo e ha sottolineato il grande lavoro svolto dalle fiamme rosse, mentre l’assessore al porto Simonella ha sottolineato che l’obiettivo è quello di tenere sotto controllo due aspetti: la fase emergenziale per la quale «siamo in attesa di sciogliere le ultime riserve rispetto agli impatti relativi all’inquinamento dell’acqua e del suolo» e dove l’impegno è stato quello di garantire la sicurezza della popolazione. Mancano le ultime analisi che daranno un riscontro finale sul quadro ambientale, anche se sul fronte aria non ci sono stati rischi di tossicità per l’uomo, mentre l’altro filone di impegno è quello di «sostenere l’operatività del porto» e pensare alla fase di rilancio «in una logica diversa per fare un salto di qualità nella filiera logistica».