ANCONA – Sicurezza, rinnovo del contratto di lavoro, un piano straordinario di assunzioni. Sono le richieste rivendicate dai lavoratori pubblici di Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl che hanno manifestato in presidio questa mattina (13 novembre) davanti al vecchio ingresso dell’Azienda Ospedali Riuniti di Ancona. Infermieri, tecnici, oss, ausiliari e il personale sanitario che opera nella struttura ospedaliera hanno voluto far sentire la loro voce nell’ambito della manifestazione nazionale indetta dai sindacati confederali Cgil, Cils e Uil.
Tante le criticità sul tavolo, accentuate dalla pandemia che ha messo ancor più in evidenza la cronica carenza di personale, aumentando il carico di lavoro che pesa sulle spalle dei lavoratori del comparto. Una questione che nelle Marche tocca 20mila lavoratori del settore, tra medici, infermieri, tecnici e oss, dei quali 15mila operanti nel comparto (infermieri, oss e tecnici), mentre altri 5mila sono medici. Personale che sta lavorando allo stremo delle forze, dopo aver già affrontato la prima fase della pandemia con turni estenuanti per fronteggiare l’emergenza sanitaria che aveva riempito gli ospedali e che è tornata, in questa seconda ondata, a far crescere i numeri dei ricoveri in tutte le strutture delle Marche.
Un quadro critica sul quale va a pesare, oltre alla stanchezza della fase uno, il blocco delle ferie imposto proprio per la carenza di personale che inchioda al palo i lavoratori della sanità.
«Siamo stanchi, fisicamente e psicologicamente, ci troviamo ad affrontare ogni giorno la paura e l’incertezza e non sappiamo quanto durerà – dichiara con amarezza Stefania Franceschini, infermiera all’ospedale di Jesi presso la Neurologia e in servizio anche in reparti covid – : se nella prima ondata ce la siamo cavata in due mesi, ma allo stremo delle forze, adesso siamo di nuovo in ballo. Le forze però sono ridotte e la prospettiva è di diversi mesi da qui in avanti». A pesare più di tutto sul personale che ogni giorno è faccia a faccia con l’emergenza covid, è il carico psicologico: «Il paziente non ha nessuno accanto – prosegue – e tu sei l’unica persona che vede costantemente tutti i giorni e non puoi neanche dargli supporto psicologico perché la permanenza nelle stanze di degenza ci dicono che deve essere limitata».
Stefania Ragnetti, segretaria regionale Fp Cgil, pone l’accento sulla necessità di operare una «stabilizzazione dei lavoratori precari e nuove assunzioni. La pandemia ha evidenziato tutti gli errori compiuti nel passato con i tagli al personale e alle strutture ospedaliere. Carenze croniche da fronteggiare con nuovi investimenti».
«Vogliamo un servizio sanitario ottimo, non solo per i dipendenti, ma anche per i cittadini» dichiara Raffaele Miscio, segretario regionale Fp Cisl, sottolineando che negli ultimi mesi non è stato fatto quanto dovuto per fronteggiare la seconda ondata della pandemia: «Dovevamo essere pronti a questa nuova ondata e in questa seconda emergenza non è giustificabile» che non siano state effettuate assunzioni di personale, ma si sia agito solo «con il blocco delle ferie che crea tantissimo disagio e stanchezza». Poi la questione del rinnovo del contratto: «Non è possibile che abbiamo ancora le indennità del ’95» conclude Miscio. I sindacati chiedono sicurezza sia sul fronte delle dotazioni di mascherine che degli altri presidi necessari, importanti per salvaguardare sia il personale che gli stessi pazienti, per questo invocano anche screening periodici sul personale.
Sicurezza che chiedono per gli «operatori sanitari che operano non solo nelle strutture ospedaliere ma anche nei servizi territoriali» spiega Patrizia Ercoli, segretaria regionale Uil Fpl. «Servono assunzioni reali, di personale nuovo, la carenza è alta anche nei servizi territoriali e di prevenzione, strutture che garantiscono con gli operatori ospedalieri la salute dei cittadini».