ANCONA – Strade semi deserte, movida azzerata e supermercati presi d’assalto. Nella prima domenica in versione “zona protetta” per l’emergenza coronavirus le Marche fanno i conti con le restrizioni e la pura dei contagi che continuano a crescere di ora in ora sfondando proprio oggi il tetto dei mille casi. Le città e i paesi hanno un volto diverso, il clima è surreale e uno scenario simile era inimmaginabile fino a un mese fa.
Tra vecchie abitudini e nuove regole imposte dal decreto, la vita continua a pulsare all’interno delle abitazioni dove molti marchigiani si sono trincerati per evitare il temibile virus. Nonostante la paura alcuni sono usciti per godersi il clima quasi primaverile e la vista degli alberi delle mimose in fiore. Il bisogno di socialità è forte, anzi fortissima, ma in questo primo scenario di blocco, al motto di #iorestoacasa, i marchigiani stanno dimostrando nel complesso di aderire con profondo rispetto alle regole.
Anche se il timore di restare senza cibo spinge molte persone a mettersi in fila nei supermercati fin dalle prime ore dall’apertura. Quella odierna è anche la prima domenica senza messe, dal nord al sud del Paese, ma le chiese restano aperte alla preghiera individuale e molte si sono organizzate trasmettendo le funzioni religiose in streaming o sui canali televisivi come ha fatto questa mattina il Duomo di San Ciriaco di Ancona con la Santa Messa celebrata dall’Arcivescovo Angelo Spina, trasmessa in diretta su eTv.
La quotidianità si riorganizza, modellandosi un pò sulla vita che c’era ai tempi degli anziani, quando non si trascorreva la domenica nei centri commerciali o nei ristoranti né il sabato sera nei locali o nei pub, ma si stava di più in casa e si trascorreva il tempo in maniera semplice. Piccole abitudini che possiamo in parte riscoprire per superare questo periodo.
«Il tempo libero lo trascorrevamo leggendo un libro, ascoltando la radio, facendo una chiacchierata fra amiche, ma anche dedicandoci agli hobby manuali, come il disegno, il ricamo o il cucito – racconta Leda 73 anni – . Il pomeriggio guardavamo i film in tv, come “Rin Tin Tin”, “Ivanhoe” e “Torna a casa Lassie” che andava moltissimo alla fine degli anni 50. Prima della Pasqua invece ci dedicavamo alle pulizie e al cambio del guardaroba, c’era sempre qualcosa da fare in casa, era impossibile annoiarsi. Passatempi semplici che ci rendevano felici e che possiamo tirare fuori dal cassetto , certo facendo attenzione a rispettare».
Intanto a rallegrare le strade spuntano dalle finestre i disegni colorati realizzati dai bambini costretti a restare in casa. «Ce la faremo» è la frase che accompagna gli arcobaleni e che è divenuta virale nel tam tam sui social. Social che stanno tenendo unita l’Italia dal nord al sud tenendo vive quelle relazioni che aiutano a superare un momento così critico. Ma il nostro è un Paese forte e ce la farà davvero a superare questa fase critica che alla fine non lascerà uno strascico di malattia e decessi: ci infonderà forse una maggiore consapevolezza a dare valore a quanto abbiamo, alle piccole cose e alle relazioni, alla solidarietà che è la vera forza motrice di noi italiani. #Celafaremo, tutti insieme.