ANCONA – Ad Ancona «convintamente abbiamo partecipato alle primarie di coalizione: è uscito fuori un nome convincente (Ida Simonella, ndr)». Tommaso Fagioli (coordinatore regionale di Azione)? «È una persona di primissimo ordine, che è stato in maggioranza con la Mancinelli, Mancinelli che non so perché sta ancora nel Pd». Lo ha detto il leader del Terzo Polo Carlo Calenda, ad Ancona per presentare il suo libro La libertà che non libera, al Ridotto del Teatro delle Muse.
Il segretario nazionale di Azione parlando con i giornalisti che gli chiedevano dell’appoggio al candidato sindaco del centrosinistra, Ida Simonella, in vista delle elezioni comunali che si terranno nel 2023, ha chiarito: «Se c’è una persona in gamba e capace, perché non devo andare insieme al Pd? Non c’è una pregiudiziale, c’è sui cinquestelle, non perché siamo cattivi, ma perché governare con i cinquestelle è impossibile perché non ti fanno fare neanche una strada, neanche una strada provinciale e questo non può essere, però al di là di questo noi siamo disponibili al dialogo a patto che le persone siano di qualità e con competenze».
Parlando dell’operato della sindaca di Ancona, Valeria Mancinelli, Calenda ha ricordato che «vinse anche il premio di miglior sindaco del mondo» ed ha spiegato: «i miei dicono che è stato un operato buono». «È una di quelle figure, come Giorgio Gori, che non si capisce perché stiano nel Pd».
Sentito sulle accuse rivolte al Terzo Polo dai dem a livello nazionale, di fare più opposizione all’opposizione che alla maggioranza, Calenda puntualizza «non c’è nessuna opposizione da fare all’opposizione: quando abbiamo scritto la contromanovra io l’ho mandata ad Enrico Letta dicendo c’incontriamo e la presentiamo insieme? Ma non ha mai risposto».
Quello che succederà sostiene, «è che qui c’è una forza che è un centro riformista che è il Terzo Polo che ha come obiettivo il superamento della opposizione destra o sinistra che ha portato questo paese a essere un disastro da ogni prospettiva. Vogliamo parlare del merito delle singole cose – dice, parlando anche della manovra del governo -, su questo, come sul salario minimo siamo d’accordo, se dobbiamo votare un provvedimento con il Pd lo votiamo con grande piacere se è giusto, perché è il merito delle cose che è scomparso».
«Sostegni alla maggioranza? Ci possono essere su singoli provvedimenti – aggiunge – , non sulla manovra, soprattutto non dove c’è la fiducia, perché sennò vorrebbe dire entrare in maggioranza». In ogni caso esprime un «giudizio molto critico sulle misure», una manovra che definisce «di galleggiamento, che non ha dentro niente e ha un problema gigantesco sulla sanità, però al contempo il dovere dell’opposizione non è solo dire cosa non va bene, ma anche cosa si dovrebbe fare perché siamo pagati piuttosto bene e dire solo no è un po’ poco».
«Se riuscissimo – aggiunge – e io credo che riusciremo ad ottenere delle cose che sono positive per le imprese per i cittadini e per i lavoratori beh allora sarà un buon lavoro». Entrando nel merito della manovra sul fronte delle pensioni fa notare «hanno promesso di raddoppiare le pensioni minime, quello che fanno in realtà a dare sei euro in più della rivalutazione, dopo di ché noi siamo d’accordo».
Tra le critiche mosse anche il fatto che «manca la sanità e il provvedimento sull’energia è scritto male, perché i crediti di imposta non un aiutano le aziende che hanno bisogno di cassa, quindi abbiamo proposto di fare un tetto nazionale al prezzo dell’energia e del gas con gli stessi soldi e poi ci sono molte altre cose da impresa 4.0 tante altre che abbiamo proposto e io spero che verranno accolte».
«Finora è una manovra pessima – osserva -, l’unica cosa positiva è che tiene i saldi di bilancio sotto controllo». Critico anche sulla questione migranti: «Per mandare 300 persone in Francia – dice – abbiamo perso un accordo che ne riallocava 10mila, direi che questo è un governo che in questo momento non riesce a capire quali sono le priorità e questo è grave».
La critica più aspra Calenda la muove sul fronte della sanità che definisce «un disastro». «Il prossimo anno la grande esplosione in Italia sarà la sanità: 50 miliardi di euro spesi per curarsi privatamente dai cittadini italiani che si indebitano per curarsi».