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Festa dei lavoratori, Barbaresi (Cgil Marche): «Ripensare a un modello sostenibile»

Una ricorrenza, quella del Primo Maggio, che quest'anno viene condizionata dalla pandemia di Coronavirus e pone tutti di fronte a nuove sfide. Ne abbiamo parlato con la segretaria generale di Cgil Marche, ecco cosa ci ha detto

ANCONA – «Occorre ripensare il mondo del lavoro sviluppando un nuovo modello basato su sostenibilità economica, sociale e ambientale per costruire un futuro migliore, tenendo conto che non torneremo ad essere quelli di prima». È questa la sfida che si apre in occasione della Festa dei Lavoratori secondo Daniela Barbaresi, segretaria generale Cgil Marche.

Una ricorrenza che quest’anno cade nel bel mezzo dell’emergenza coronavirus che come un ciclone ha provocato effetti devastanti sull’economia e sull’occupazione. Un mondo del lavoro che usciva già da un periodo molto complesso in seguito alla crisi finanziaria del 2008, come evidenzia la Barbaresi, che aveva causato tutta una serie di effetti negativi sull’occupazione, ma che ora subirà un nuovo scossone per effetto della pandemia. «Il Governo ha stimato una perdita in termini di Pil intorno all’8%, mentre la disoccupazione potrebbe spingersi fino all’11%, sempre che non ci sia una nuova recrudescenza dei contagi dopo il 4 maggio che potrebbero portare ad effetti ancora più devastanti» spiega Daniela Barbaresi.

Nelle Marche, sotto i colpi inferti dal virus, sono finiti in cassa integrazione almeno 150mila lavoratori dipendenti, senza contare poi le criticità che stanno affrontando i lavoratori autonomi. Ecco perché il primo maggio 2020 pone delle nuove sfide secondo la segretaria generale Cgil Marche, fra le quali c’è anche quella della sostenibilità tecnologica che «richiede investimenti pubblici e privati sia da parte dello Stato che dell’Unione Europea».

Nata sul finire dell’800 la Festa dei Lavoratori ha dato avvio a tante battaglie che hanno portato a conquiste importanti come le 8 ore lavorative, i contratti nazionali di lavoro fino a leggi importanti come lo Statuto dei lavoratori e la stessa Costituzione repubblicana, inoltre ha segnato una tappa cruciale nel passaggio del Paese da un modello prettamente contadino ad uno più industrializzato.

Daniela Barbaresi

Ma cosa è cambiato nel corso degli anni?
«Oggi affrontiamo il Primo Maggio non rinunciando all’importanza di celebrare la Festa del lavoro e dei diritti, nonostante per la prima volta dal dopoguerra non possiamo festeggiare con cortei e manifestazioni – osserva la Barbaresi – ma saremo ugualmente presenti con gli strumenti tecnologici che abbiamo a disposizione».

Secondo la segretaria generale Cgil Marche il mondo del lavoro va ripensato non solo alla luce dell’epidemia, ma anche delle nuove professionalità e delle povertà che stanno emergendo. «Ci misuriamo con un mondo del lavoro che è cambiato molto nel corso del tempo, non sempre in meglio, e che oggi si presenta frantumato, fragile, con un peso enorme del precariato, e del tempo parziale: se pensiamo alle Marche 1 lavoratore su 4 è precario e 1 su 3 è part time, specie fra donne e giovani con forti ripercussioni anche sulla retribuzione».

Secondo la Barbaresi servono nuove tutele e diritti alla luce dei cambiamenti avvenuti e di quelli che si verificheranno anche sotto la spinta della pandemia. «Tutele che devono riguardare anche i lavoratori autonomi, spesso così inquadrati, ma il cui rapporto di lavoro cela a volte un rapporto di dipendenza nel quale l’autonomia è solo sulla carta». La Barbaresi cita l’esercito di partite Iva mono committenti, «spesso poco retribuiti sui quali va ad innestarsi anche la crisi scatenata dal Coronavirus».

Cruciale, poi la questione sicurezza, specie alla soglia della fase due, un faro che deve guidare la ripartenza per «evitare fughe in avanti con le riaperture». Oltre ai dispositivi di protezione necessari, per la Barbaresi vanno messe a punto misure organizzative in vista della ripresa del lavoro,  come l’ingresso scaglionato, l’attivazione dello smart working dove possibile e tutti i provvedimenti per garantire il distanziamento sociale.

Una questione affrontata a livello nazionale dalle parti sociali e il Governo, in occasione dell’aggiornamento del protocollo di sicurezza sul lavoro. Oltre a questo però secondo la segretaria generale Cgil Marche servono controlli e attività di vigilanza che devono essere garantite dalla Regione. «Come sostiene lo slogan scelto per questo Primo Maggio da Cgil, Cisl e Uil – conclude Daniela Barbaresi – : Lavoro in salute e sicurezza per costruire insieme il futuro».