ANCONA – Ad Ancona pimo percorso urbano della memoria: l’appuntamento è per domani (23 aprile), alle 9. Si partirà dal maxi Coal degli Archi, all’altezza della rotonda, di fronte alla Mole Vanvitelliana, per poi arrivare al Monumento della resistenza di Borgo rodi.
«È la prima volta che ad Ancona viene organizzata un’iniziativa del genere – spiega la presidente dorica dell’Anpi, Tamara Ferretti –. L’evento nasce da un lavoro che abbiamo fatto in preparazione della legge regionale 35 del 2000, sui parchi della memoria, e dalla richiesta che avevamo avanzato di dare attuazione ad alcuni articoli della legge 15 del 2013, sull’antifascismo e la Resistenza. Una legge che – spiega – prevedeva che le associazioni antifasciste e gli enti locali potessero individuare percorsi territoriali. Questi percorsi sono stati realizzati in modo più agevole in realtà montane dove ci sono state vere e proprie battaglie di Resistenza. Penso ad esempio al maceratese e all’arceviese».
Ma anche Ancona e le realtà urbane locali hanno avuto il loro ruolo: «La Resistenza di montagna è stata costruita nelle città. Partiremo all’altezza del maxi Coal degli Archi perché qui, un tempo, aveva sede la Confederazione generale del lavoro, che venne assaltata dai fascisti. Pochi giorni prima, gli squadristi, scesi dal treno, uccisero i fratelli Giombi, a Torrette».
Il percorso si snoderà poi per le vie cittadine intrise di storia: «La tappa a Porta Pia è d’obbligo. Poi – prosegue Ferretti – passeremo per via della Loggia e portella della dogana e raggiungeremo il cantiere navale». Qui «ci fu la costituzione del primo Gap, il Gruppo di azione patriottica, che ha dato vita alla brigata Garibaldi di Ancona (poi divenuta brigata Garibaldi Marche)».
La parola passerà dunque «ai ciclisti della Fiab (la Federazione italiana ambiente biciclette, ndr), che testimonierà il contributo delle biciclette per la Resistenza, tra staffette e collegamenti. Attraverseremo così il quartiere del porto, dove i fascisti non sono mai riusciti ad entrare: saliremo in piazza Stracca e in piazza del Senato per arrivare al rifugio Birarelli, con una lettura di Attilio Bevilacqua, storico amatoriale e studioso del bombardamento e del rifugio».
Sarà dunque la volta del parco del Cardeto, perché «parco del Cardeto e cimitero degli ebrei furono due dei luoghi dove si nascosero i partigiani, in clandestinità. All’altezza del faro, con ˈLegambiente Pungitopoˈ pianteremo il primo albero della Resistenza».
E ancora: «Si uscirà da Villarey, e tra l’altro quest’anno è l’80esimo dell’8 settembre e dei primi scioperi del ’43. A Villarey, cento tedeschi presero in ostaggio oltre 2mila militari della caserma, che allora era presidio militare del regio esercito. Regio esercito che non accettò di aderire alla Repubblica sociale e finì così nelle sofferenze dei campi di concentramento e di lavoro di mezza Europa».
È previsto pure il passaggio in piazza Malatesta e davanti alla pietra d’inciampo in memoria di Andrea Lorenzetti, in piazza Cavour. A chiudere, ecco via Isonzo, per via della presenza della pietra d’inciampo in memoria di Gino Tommasi, per terminare infine al monumento alla resistenza di Borgo Rodi.