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Ancona, protesta in piazza dopo i suicidi nel carcere di Montacuto

Una manifestazione contro il sistema carcerario italiano per chiedere verità e giustizia per Matteo Concetti, il detenuto 25enne fermano suicidatosi in carcere

La Casa Circondariale di Montacuto

ANCONA – Una manifestazione di protesta contro il sistema carcerario italiano si terrà domani, sabato 13 gennaio, alle ore 17 ad Ancona, per chiedere verità e giustizia per Matteo Concetti. Dopo il suicidio del 25enne di origini fermane e un secondo caso di morte di un detenuto 41enne algerino sempre nella casa circondariale di Montacuto (Ancona), scatta l’iniziativa che porterà numerose persone a protestare in piazza Cavour nel capoluogo marchigiano, sotto l’ufficio del Garante per i Detenuti delle Marche.

«Ogni anno – spiegano da Edizioni Malamente, una casa editrice di critica sociale nata con la rivista “Malamente” nel 2015, tra gli organizzatori dell’evento promosso sui social – le prigioni d’Italia inghiottono almeno 80 persone. In carcere il suicidio è 20 volte più probabile che tra la popolazione in libertà». Numeri in costante aumento dal 1990.

«Matteo doveva e poteva avere non solo un’altra opportunità nella vita, ma proprio un’altra vita, rispetto alla miseria ed alla sofferenza che il sistema nel quale viviamo relega spesso le persone giovani. Invece di ricevere cure, Matteo era diventato uno dei 60.166 detenuti e detenute nelle carceri italiane, uno dei 350 detenuti di Montacuto a fronte di 250 posti sulla carta».

Nella vicenda del 25enne fermano un ruolo importante l’hanno svolto sia i disturbi psichici sia le dipendenze patologiche che hanno portato poi il giovane in isolamento fino al gesto estremo nel bagno della sua cella. Di qui l’appello per una riforma del sistema carcerario italiano in cui prevedere concrete alternative sociali alla repressione e al carcere.

«Difendere la memoria di Matteo Concetti significa difendere la libertà e la dignità di tutti noi» affermano ancora gli organizzatori della protesta che denunciano anche l’ipotesi di realizzare altre strutture detentive e che chiedono «le dimissioni del Garante dei Detenuti Giancarlo Giulianelli, incapace di dire la verità su questa storia, incapace di difendere i diritti di chiunque, nominato dalla politica regionale e sconosciuto al popolo».