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«Ridateci la scuola, ridateci il futuro», nuova protesta di Priorità alla Scuola

Nell'ultimo giorno di dad il Comitato Priorità alla Scuola ha tappezzato di cartelli di protesta alcuni istituti tra Ancona, Pesaro, Fano, Jesi e Macerata

I cartelli appesi dal Comitato Priorità alla Scuola davanti alle scuole di Pesaro, Fano, Ancona, Jesi e Macerata

ANCONA – Nuova iniziativa comunicativa del Comitato Priorità alla Scuola che ha tappezzato di cartelli alcuni istituti tra Ancona, Pesaro, Fano, Jesi e Macerata. Al motto di «oggi deve essere l’ultimo giorno di dad per tutti» il Pas Marche (Priorità alla Scuola) chiede la riapertura di tutti gli istituti.

Dal 7 aprile infatti, anche in zona rossa gli studenti delle scuole fino alla prima media potranno tornare sui banchi, mentre agli altri toccherà continuare con le lezioni a distanza anche se al 50%. «Ridateci la scuola, ridateci il futuro» è uno dei messaggi scritti sui cartelloni che hanno veicolato l′iniziativa di protesta, insieme all′acronimo di dad tradotto con «detenuti a distanza».

«I ragazzi vogliono tornare a scuola» afferma Lidia Mangani, una delle fondatrici del Comitato Priorità alla Scuola delle Marche e preside in pensione: «Anche se riapriranno le scuole dell’infanzia, le primarie e la prima media, resta sempre il problema dei ragazzi che frequentano dalla seconda media in su».

Ma a spingere a manifestare affiggendo i cartelloni di protesta è anche il fatto che proprio in questi giorni, come ci spiega Lidia Mangani, «il Ministero dell’Istruzione sta predisponendo l’organico per il prossimo anno. Da oggi si presentano le domande di trasferimento del personale docente e Ata» e quindi si decidono le composizioni delle classi.

Tra le principali richieste del Comitato, che include studenti, genitori e docenti, c’è anche quella di evitare che si creino ancora le cosiddette “classi pollaio” che per l’elevata numerosità degli studenti oltre a creare problemi sul fronte della didattica, potrà crearli anche con l’emergenza sanitaria in atto.

Una criticità che riguarda soprattutto le scuole dell’infanzia e le superiori «i cui parametri per la formazione delle classi sono più ampi e vedono un minimo di almeno 27 studenti» spiega l’ex preside. «Se non cambiano i parametri ministeriali anche a settembre avremo classi di 27-30 alunni, come un anno fa» conclude.

La protesta di Pas Marche

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