ANCONA – Stop alle truffe, la polizia scende in campo per sensibilizzare le fasce più deboli fra cui gli anziani. Continua incessante la campagna di informazione e sensibilizzazione rivolta alle persone anziane da parte della questura di Ancona. Particolare attenzione ai raggiri posti in essere nei loro confronti da criminali senza scrupoli.
A guidare il progetto, il numero uno della questura dorica, Cesare Capocasa, che ha disposto incontri in tutta la provincia. Ad Ancona, l’attività di informazione riguardo al rischio di truffe ai danni di queste fasce deboli, condotta dalla questura e dal Comune, è iniziata il 16 aprile 2024, con la diffusione di una lettera a firma del Sindaco, Daniele Silvetti, e dello stesso Capocasa arrivata a domicilio e con cui veniva sensibilizzato il corretto comportamento da tenere per evitare il rischio di truffa.
Nella seconda fase, centrale il ruolo dei poliziotti di quartiere che hanno battuto il Viale della Vittoria e non solo con un porta a porta in tutto il centro storico. L’obiettivo era quello di non di creare allarmismo ma piuttosto di aiutare le persone a riconoscere gli artifici ed i raggiri di soggetti senza scrupoli e denunciarli senza esitazione, consegnando un vademecum di tre basilari regole di comportamento ed illustrando quali accorgimenti utilizzare per permettere alle forze dell’ordine di intervenire immediatamente.
Sì ad incontri e riunioni presso le associazioni di volontariato, strutture culturali e ricreative presenti sul territorio. Proprio presso la sede dell’Università Delle Tre Età – Unitre, nel pomeriggio di ieri (13 dicembre), la polizia parlato con 50 giovani nonni per offrire loro alcuni utili consigli per riconoscere i tentativi di truffa ed impedire ai malfattori di circuirli. Sono state rappresentate le tecniche di raggiro più frequentemente utilizzate dai malviventi per carpire la fiducia delle loro vittime, anche attraverso la proiezione di diversi video esplicativi realizzati dal 113.
Alcuni partecipanti hanno persino raccontato di casi di truffe in cui sono incorsi loro conoscenti, nelle quali i truffatori si sono presentati come appartenenti alle forze dell’ordine. Altri, invece, hanno portato come esempio tentativi di truffe telematiche in cui stavano incorrendo – come ad esempio quello del messaggio ricevuto dal presunto figlio che ha smarrito il cellulare e chiede di essere ricontattato su altra utenza telefonica, per poi chiedere i soldi proprio per l’acquisto di un altro telefonino.
Dopo l’ascolto di tali esperienze, i poliziotti hanno suggerito ai presenti i modi di comportamento più sicuri al verificarsi di tali eventi. Al termine, sono state distribuite brochure informative, ricordando il numero unico di emergenza “112” da contattare in caso di necessità.