ANCONA – Nel 2022 l’attività economica nelle Marche ha completato il recupero dei livelli pre-pandemia, che aveva preso avvio nel 2021, ma nel primo scorcio del 2023 emerge un rallentamento dell’attività. È la fotografia scattata dal Rapporto Bankitalia presentato questa mattina – 27 giugno – ad Ancona.
Secondo l’indicatore Iter, la crescita è stata nel complesso pari al 3,5% in linea con la dinamica. «Nel corso dell’anno però la fase propulsiva si è progressivamente indebolita – ha detto il direttore della sede di Ancona, Maurizio Cannistraro -, riflettendo il contesto di elevata incertezza per le tensioni geopolitiche e l’acuirsi dei rincari energetici».
L’andamento delle attività industriali è stato condizionato dall’aumento dei costi di produzione, solo in parte compensati dall’incremento dei prezzi di vendita, mentre i casi di espansione del fatturato sono risultati più diffusi tra le aziende maggiormente orientate ai mercati esteri, anche in connessione con il positivo andamento delle esportazioni.
Il 2022 ha registrato anche la ripresa dei livelli di attività dei servizi, con un andamento particolarmente positivo del turismo, mentre le costruzioni hanno continuato a beneficiare degli incentivi fiscali per la riqualificazione del patrimonio edilizio. L’espansione dell’attività economica ha avuto effetti positivi sull’occupazione, tornata al di sopra dei livelli pre-pandemici, e sul reddito disponibile delle famiglie.
Il reddito delle famiglie però è stato eroso in termini reali dalla perdita di potere d’acquisto determinata dall’inflazione. Il rialzo dei prezzi ha anche frenato il recupero dei consumi, colpendo in maniera più gravosa le famiglie meno abbienti.
Il credito bancario
La crescita dei prestiti bancari alla clientela residente nelle Marche durante il 2022 si è progressivamente indebolita, per poi azzerarsi alla fine dell’anno. «I prestiti alle famiglie – ha aggiunto Cannistraro – hanno continuato a espandersi, sostenuti sia dai mutui per l’acquisto di abitazioni sia dal credito al consumo, mentre i finanziamenti alle imprese hanno via via rallentato, fino a ridursi in dicembre».
Un quadro, condizionato, secondo Banca d’Italia da «condizioni di accesso al credito divenute lievemente più restrittive». Questo ha comportato una riduzione della domanda di prestiti nel secondo semestre, anche in «riflesso al marcato aumento dei tassi di interesse connesso al processo di normalizzazione della politica monetaria». La qualità del credito «non ha mostrato sinora segnali di peggioramento».
Nel corso del 2022 c’è stato un progressivo indebolimento dei prestiti bancari alla clientela residente nelle Marche, la crescita si è arrestata a dicembre (in Italia il credito è ancora cresciuto). Alla flessione dei prestiti alle imprese (-1,3%) si è contrapposta una accelerazione di quelli alle famiglie (2,5%). Nel primo trimestre 2023 un ulteriore calo del credito al settore produttivo (-2,6%) e una decelerazione di quello alle famiglie (1,1%).
Per quanto riguarda i prestiti alle famiglie nel 2022 sono cresciuti sia i mutui per l’acquisto di abitazioni (3,8%), sia ilk credito al consumo (5,7%). Nel primo trimestre del 2023 un forte indebolimento della domanda di prestiti per effetto dell’aumento dei tassi di interesse.
Nel 2022 le erogazioni di nuovi mutui sono cresciute del 4,9% (nel 2021 del 33), in indebolimento nel secondo semestre dell’anno dopo il forte rialzo dei tassi di interesse. Le famiglie hanno preferito i mutui a tesso indicizzato. Nel primo trimestre del 2023 le erogazioni hanno registrato un calo (-40%) rispetto al primo trimestre del 2022. La dinamica dei mutui è sostenuta dai giovani under 34 per effetto della garanzia pubblica per l’acquisto della prima casa (erogazioni quasi triplicate rispetto al 2021).
Ridimensionamento della rete bancaria
Nel 2022 è proseguito il ridimensionamento della rete degli sportelli bancari che ha segnato un -40% nell’ultimo decennio, anche se il numero di sportelli in rapporto alla popolazione si mantiene comunque superiore alla media italiana e a quella del Centro. Sono 59 i Comuni delle Marche privi di sportelli bancari, ma è presente almeno uno sportello postale che fornisce i principali servizi finanziari.
Guardando al 2023, «le informazioni disponibili» per i primi mesi dell’anno «suggeriscono un ulteriore rallentamento dell’attività nelle Marche, che condiziona anche la predisposizione a investire delle imprese» ha spiegato il direttore Maurizio Cannistraro, aggiungendo che «in un’ottica di medio termine, per le Marche sarà importante cogliere le opportunità offerte dal Pnrr, la cui esecuzione richiede però un impegno notevole, in tempi relativamente brevi, per gli enti attuatori, in particolare per le amministrazioni locali».
Il Pnrr
Sul fronte del Pnrr il rapporto rileva che al 22 maggio, sono stati assegnati 3,1 miliardi complessivi per interventi da realizzare nelle Marche (2,7% del totale nazionale), risorse assegnate in termini pro capite che ammontano a 2.084 euro più elevate rispetto al dato relativo al resto del paese (1.911 Italia), una concentrazione giustificata dagli interventi nel cratere sismico e dall’ammodernamento della rete ferroviaria.
Nel biennio 2021-22 le amministrazioni locali marchigiane hanno bandito gare per un importo stimato di circa 551 milioni, pari a circa il 33% degli importi che queste dovranno porre a gara. Rispetto alle risorse assegnate, le Province e gli altri enti locali hanno avviato gare in misura maggiore rispetto alle altre amministrazioni e al resto del Paese. Il 62% dei bandi ha riguardato contratti aventi ad oggetto la prestazione di servizi, ma per importo sono più rilevanti quelle relative alla realizzazione di lavori (81% del totale).