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Recovery Fund, Morani: «Piano da 5miliardi. Ricostruzione sicura, sostenibile e connessa»

Il sottosegretario al Mise ha elaborato una proposta progettuale in vista delle risorse europee per rilanciare le aree Appenniniche e contrastare lo spopolamento

I danni del sisma a Visso

ANCONA – Rilanciare le aree colpite dal sisma, ricreare le condizioni per tornare ad abitare nelle zone terremotate, così da contrastare lo spopolamento e valorizzare l’enorme patrimonio di eccellenze presenti nell’entroterra. Sono gli obiettivi salienti del piano da 5 miliardi di euro per le zone colpite dal sisma del 2016 elaborato dal sottosegretario al Mise Alessia Morani in previsione del Recovery Fund. Sviluppato con il commissario Giovanni Legnini, Fabrizio Curcio (CasaItalia) e una squadra di esperti, il piano punta a rilanciare le aree Appenniniche. I tempi incalzano per la redazione dei piani necessari a catturare le risorse europee, per questo «ci siamo messi immediatamente al lavoro – spiega Alessia Morani – per presentare un progetto per le aree del sisma».

L’idea di fondo, che anima il cuore dell’iniziativa, è quella di garantire una «ricostruzione sicura, sostenibile e connessa» chiarisce il sottosegretario. Le misure, dettagliate in 5 schede progettuali, che prevedono investimenti per quasi 5 miliardi di euro, puntano a «riattivare i territori, partendo dalla valorizzazione dell’identità e delle specificità locali, dal rafforzamento nei territori delle infrastrutture sociali, formative ed economiche e dal potenziamento delle reti tecnologiche e dei trasporti».

Alessia Morani

Alessia Morani sottolinea come la ricostruzione «sia innanzitutto una azione di sistema ed in questo senso le aree del cratere del sisma del 2016 e del 2009 costituiscono una parte del nostro paese che va pienamente recuperata. Al tempo stesso ricostruire non significa il ritorno alla situazione pre-sisma ma significa creare le condizioni per la ripresa di un cammino che dalla messa in sicurezza del territorio produca nuove opportunità e valorizzi le potenzialità locali attraverso infrastrutture e interventi innovativi».

L’obiettivo del progetto è infatti quello di «innescare un nuovo modello per lo sviluppo dell’Appennino centrale: il fine è quello di promuovere attraverso il ricorso al Recovery Fund investimenti ed interventi in grado di determinare le condizioni per rimanere, per abitare, per trasferirsi, per lavorare, per imparare, per specializzarsi e per fare cultura e turismo ecosostenibile. Gli interventi sono quindi rivolti in primo luogo ad alimentare le condizioni economiche e sociali necessarie a contrastare un fenomeno di spopolamento che è stato accelerato ed aggravato dalle vicende del sisma e a favorire lo sviluppo dell’imprenditorialità, dell’agricoltura, della ricettività turistica, della qualità sociale e sanitaria in luoghi ricchi di vocazioni territoriali e di specializzazioni produttive, da trasferire alle nuove generazioni». Le linee progettuali, raggruppate in 5 schede, saranno condivise con i Presidenti delle regioni e delle Anci colpite dai terremoti.