ANCONA – Una proposta per la vita. È così che l’hanno definita il Popolo della Famiglia e il dottor Roberto Festa, presidente del Centro di Aiuto alla Vita di Loreto, riferendosi al documento inviato sul tavolo della Giunta regionale nel quale propongo ai consiglieri Filippo Saltamartini (Sanità) e Giorgia Latini (Pari Opportunità) una serie di misure che puntano a sostenere la maternità nelle Marche.
Nel “pacchetto” di iniziative c’è la promozione della cultura dell’affido e dell’adozione, per evitare che una donna sia costretta a percorrere la via dell’interruzione volontaria di gravidanza, spinta da ragioni economiche, «privando il figlio della possibilità di vivere», spiega Fabio Sebastianelli, coordinatore regionale del Popolo della Famiglia.
Ad illustrare la proposta, presentata nell’ambito di una video conferenza, nella quale è intervenuto anche il coordinatore nazionale del Popolo della Famiglia Mario Adinolfi, c’era anche il dottor Roberto Festa, protagonista del gesto finito nel mirino delle polemiche dei movimenti femminili che sostengono il diritto all’aborto e del mondo politico e sindacale, per aver lasciato un carico di pannolini, uno per ogni bambino non nato nelle Marche nel 2019, da consegnare alla consigliera Pd Manuela Bora.
Oltre alla promozione della cultura dell’accoglienza alla vita, in una parte della proposta avanzata alla Giunta Acquaroli c’è anche un assegno una tantum di mille euro per le donne che rinunciano all’aborto e decidono di portare a termine la gravidanza. Una seconda parte del pacchetto di misure prevede invece un reddito di maternità di mille euro al mese per le mamme fino al compimento di 8 anni di età del figlio. In pratica la Regione ogni anno dovrebbe investire 116milioni all’anno del proprio bilancio per sostenere la maternità, per questo «visto che è un impegno di spesa considerevole, abbiamo deciso di scindere in due parti la proposta in modo che la Giunta possa decidere di applicarne anche solo una parte».
«Nessuna minaccia alla legge 194», ha dichiarato Mario Adinolfi, sottolineando «non è meglio far si che una donna in meno abortisca?». A questo proposito ha evidenziato «la divaricazione tra nati e deceduti sempre più evidente» e che richiede secondo il Popolo della Famiglia interventi concreti. Infine ha definito «una provocazione gentile» quella del carico di pannolini lasciati davanti a Palazzo Leopardi dal dottor Festa.
Il medico, presidente del Centro di Aiuto per la Vita di Loreto, dal canto suo ha invocato una corretta applicazione della legge 194, tramite la realizzazione di un protocollo che i medici dovrebbe seguire quando la donna chiede loro di abortire. Poi ha posto l’accento sulla possibilità di garantire il parto in anonimato, quale «strumento importante per prevenire l’abbandono e l’aborto».
«Il figlio non è un peso, è dono, una gioia e anche un guadagno per la società futura» ha concluso Sebastianelli, nel precisare insieme agli altri che l’iniziativa si inserisce alla vigilia della Giornata per la Vita che si celebra domani 7 febbraio.