ANCONA – Conti in ordine per la Regione Marche, anche sul fronte della gestione sanitaria. «Pur a fronte di un contesto caratterizzato, a livello nazionale, da importanti elementi di instabilità (esplosione del conflitto russo-ucraino) e dalla presenza di forti spinte inflattive (soprattutto nel settore energetico e delle materie prime) e, a livello locale, dalle calamità alluvionali e sismiche che hanno investito parte del territorio della provincia anconetana, la Regione Marche è stata in grado di garantire, anche per il 2022, il mantenimento degli equilibri di bilancio, sia di competenza, che di cassa». Disco verde dalla Sezione di controllo della Corte dei Conti delle Marche al Rendiconto generale della Regione Marche riferito all’Esercizio 2022.
L’udienza di parificazione si è tenuta oggi alla Loggia dei Mercanti (Ancona) ed è stata presieduta dal presidente della Sezione regionale di controllo della Corte dei conti per le Marche, Vincenzo Palomba, che ha tenuto la sua relazione insieme ai magistrati contabili Fabia D’Andrea, Fabio Campofiloni e Antonio Marsico, mentre la requisitoria è stata a cura del Procuratore regionale, Alessandra Pomponio. Presenti all’udienza, tra le varie autorità civili e militari, il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, il vice presidente della giunta regionale e assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, gli assessori regionali Francesco Baldelli (Infrastrutture) e Chiara Biondi (Cultura e Istruzione). In sala anche il prefetto di Ancona, Darco Pellos.
Il risultato d’esercizio al 31 dicembre 2022 ammonta a 823,64 milioni, la quota disponibile (al netto di vincoli e accantonamenti) è negativa per 57,12 milioni di euro, ma in riduzione del 26% rispetto al precedente esercizio, si legge nella relazione dei giudici. Nel 2022 le entrate di competenza sono state pari a 5,18 miliardi, di cui 3,49 miliardi di entrate tributarie. Il governatore Francesco Acquaroli in un passaggio del suo intervento durante l’udienza ha sottolineato il «rapporto di leale collaborazione con la Corte dei Conti» e assicurato l’impegno della Regione a lavorare, anche alla luce delle osservazioni, per rendere la propria azione sempre più «efficace, tempestiva e trasparente». Il presidente della Regione ha posto l’accento sul contesto segnato da sconvolgimenenti degli equilibri geopolitici internazionali, da calamità naturali, dall’inflazione, rimarcando che il risultato d’esercizio del 2022 è stato sia stato raggiunto «nel rispetto dei valori e vincoli di finanza pubblica, con invariata pressione fiscale e indebitamento in flessione». Insomma «conti in ordine e stabilità finanziaria in prospettiva di sviluppo e coesione sociale» ha detto.
Sul fronte della sanità che assorbe il 77% del bilancio rergionale, nella relazione della Corte dei Conti si parla di «quadro tendenzialmente positivo» pur «con qualche ombra legata ai riatrdi nel recupero delle liste d’attesa e al completamento di importanti interventi infrastrutturali» che necessitano di «una particolare attenzione». Il presidente della Sezione regionale di controllo della Corte dei conti per le Marche, Palomba, parlando con i giornalisti a margine dell’udienza ha parlato di bilancio parificato perché «non ci sono squilibri», nella sanità è emerso «il raggiungimento dell’equilibrio economico, un dato molto importante, anche se è stato raggiunto attraverso l’utilizzo di entrate straordinarie» è bene, ha aggiunto «che ci sia un’attenzione particolare nella programmazione del prossimo bilancio sanitario». Sul fronte delle liste d’attesa ha precisato che «è una questione comune ha molte altre regioni, una difficoltà che si è riscontrata soprattutto nella gestione del personale».
Il Procuratore regionale Pomponio parlando con i cronisti ha spiegato «la Regione, come ente, appare, dalla visione delle carte e dei conti, una amministrazione fondamentalmente sana, ovvio che vi sono delle criticità, perché la gestione dei numerosi fondi che ha a disposizione per far fronte ai bisogni della collettività richiede il rispetto di una serie di regole e tempestività negli investimenti e nell’utilizzo delle risorse e comporta un impegno notevole da parte della Regione». Le criticità riguardano «principalmente, ancora, l’utilizzo dei fondi per il sisma perché parliamo di un territorio che attende una piena ricostruzione».
La sanità
Nel complesso il finanziamento del servizio sanitario regionale, pari a 3.129.040.456,63 euro ha registrato rispetto al 2021, un incremento di circa 87,4 milioni di euro pari al 2.87%. Le entrate sono state pari a 102.508.396 euro mentre le spese per la mobilità passiva sono state pari a 129.052.620 euro (comprensivi dei dati sulla mobilità internazionale) con un saldo nel 2022 paria -26.544.244 euro, saldo che risulta «fortemente negativo per l’Asur (-70.393.038 euro)». Le entrate relative al payback destinate al finanziamento del SSR sono state paria a 60.454.729,80 euro di cui 49.050.523,33 euro relativi al payback per il superamento del tetto di spesa farmaceutica ospedaliera 2019, 2020, 2021 e 11.404.206.,80 euro incassati nel 2022 per gli ulteriori meccanismi di payback.
Nella relazione si legge che le principali misure varate dalla Regione Marche a seguito della recrudescenza della pandemia nel primo semestre hanno riguardato oltre all’implementazione della dotazione organica di personale sanitario, anche la riorganizzazione della rete ospedaliera, il rafforzamento dell’assistenza territoriale e la pianificazione degli interventi organizzativi volti alla riduzione delle liste di attesa. Per quanto riguarda gli interventi per la riduzione delle liste di attesa il quadro restituito, rileva la Corte dei conti, dal monitoraggio dell’avanzamento di questa attività è «in gran parte ancora insoddisfacente con percentuali di recupero delle prestazioni nettamente inferiori a quelle registrate nella media nazionale, atteso che le prestazioni programmate nel Piano per il recupero sono state effettuate dagli enti del SSR solo per il 30% circa».
Sul fronte degli investimenti i dati evidenziano «un forte rallentamento nel programma» per ammodernare e potenziare il sistema sanitario «che si accompagna al ritardo nel completamento di alcuni interventi». I giudici hanno evidenziato che «risultano numerosi gli interventi finanziati nel periodo 2009-2010, non completati o ancora in corso, alcuni con percentuali di risorse dei finanziamenti inferiori all’80% (uno non avviato)». «Non dissimile la situazione riferita ad alcuni interventi a titolarità regionale» hanno spiegato, il riferimento è ai lavori del nuovo Salesi., la cui conclusione è prevista per il 2024 mentre nel 2025 per i lavori aggiuntivi di variante, e al nuovo ospedale di Fermo la cui chiusura dei lavori dovrebbe arrivare quest’anno, mentre le opere in variante entro il 2024, per il nuovo Inrca (chiusura lavori 2024 – 2025).
Sul tema della riforma della sanità (varata nell’agosto 2022) hanno spiegato che è ancora prematuro esprimere una valutazione. Il monito in questo caso è sul possibile differenziale negativo da riassorbire, in orizzonte quinquennale, con conseguimento di economie di scala per l’aumento di costi. Secondo la Corte sono «generiche» le disposizioni che assegnano ai direttori generali degli enti, obiettivi strategici finalizzati a garantire annualmente l’invarianza di spesa nel rispetto dell’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza.