Ancona-Osimo

Ancona, la ricetta di Silvetti: «Ascolto, buon governo, inclusione e sicurezza»

Il candidato del centrodestra ha lasciato la parola alle cinque liste che lo sostengono e poi ha parlato della cura che serve al capoluogo

Daniele Silvetti all'Accademia di Babele stamattina

ANCONA – Bagno di folla per Daniele Silvetti che stamattina 18 marzo all’auditorium dell’Accademia di Babele, ex Fiera della Pesca, davanti a oltre trecento persone ha presentato il suo programma, supportato dalle cinque liste che lo sostengono come candidato a sindaco della coalizione del centrodestra. Presenti, tra gli altri, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, il deputato Stefano Benvenuti Gostoli, i consiglieri regionali Carlo Ciccioli e Luca Santarelli, l’ex deputato David Favia, i coordinatori Stefano Tombolini e Daniele Ballanti confluiti con le rispettive liste in Ancona Protagonista. Il discorso di Daniele Silvetti è stato preceduto dalle dichiarazioni delle cinque liste che sostengono il candidato.

La voce delle liste

A cominciare da Ancona Protagonista per cui ha parlato la diciottenne Giulia Fedele, studentessa al liceo Galilei: «I giovani sono una chiave di lettura importante di Ancona Protagonista – ha spiegato – sono ragazzi come me, sui quali c’è bisogno di investire, che richiedono una città proiettata verso il futuro, di valorizzare Ancona anche come polo universitario, incrementando la sicurezza ma anche luoghi di svago e d’incontro. Siamo stanchi di dover lasciare Ancona per trovare alternative a un sabato sera in una piazza, perché qui non ce ne sono, stanchi di essere insoddisfatti di un luogo che ci appartiene». Quindi Marco Ausili per Fratelli d’Italia: «Quello che dimostra questa sala oggi è chiaro ed evidente: una straordinaria unità di intenti che sta unendo le liste ma anche le istituzioni, un governo nazionale e regionale che guarda alla futura amministrazione regionale pensando di poter fare bene per questo territorio. A tutti problemi di questa città c’è una sola risposta, quella di una sana alternanza politica, l’unico strumento per cambiare politica e classe dirigente, portando Ancona a essere finalmente capofila dei comuni limitrofi e proiettandola a livello nazionale. Non è questione di destra o sinistra, è questione di rispetto per questa città e i suoi 2400 anni di storia». Poi è stato il turno di Antonella Andreoli per la Lega: «Siamo impegnati da anni a combattere situazioni incancrenite, degrado, a chiedere maggior sicurezza, aiuto al commercio cittadino, non solo in centro, ma in tutti quei quartieri abbandonati dall’amministrazione. Vogliamo un’Ancona bella, accogliente e sicura. Abbiamo l’obiettivo principale di prendere in mano la città, di mandare a casa chi per trent’anni ha governato male Ancona non tenendo in considerazione le esigenze dei cittadini, abbandonando le frazioni al loro destino. E Daniele Silvetti è la migliore persona che potevamo scegliere». Daniele Berardinelli per Forza Italia: «Veniamo da anni di annunci e promesse non mantenute, lavori iniziati e non continuati, veniamo da anni di arroganza e bullizzazione delle minoranze. Forza Italia ha svolto con molta passione il compito di controllare l’operato della giunta Mancinelli, ha portato avanti tante battaglie. Vogliamo un futuro diverso e più sereno per i nostri giovani, anche per chi studia e viene da fuori città. Questa volta la nostra coalizione ha fatto le cose per bene: abbiamo scelto il candidato molti mesi prima della scadenza elettorale per preparare il programma dopo l’ascolto dei cittadini. E Silvetti non ha avuto bisogno di cambiare residenza, né di utilizzare hashtag con frasi in anconetano». Gli ha fatto seguito per Rinasci Ancona Massimo Parri: «Noi siamo la novità di questo sistema, il gruppo Rinasci Marche ha dato l’autorizzazione a Rinasci Ancona per formare una lista civica. Con Silvetti da subito c’è stata la sensazione che fosse la persona giusta per guidare questa città. Persona che ascolta, moderata, di Ancona che lavora ad Ancona, che vuole includere. Con lui c’è un feeling particolare, siamo convinti che con la sua capacità e con l’aiuto di tutti riesca a fare il miracolo: la transizione. Questa città non può chiudere alle sei del pomeriggio». Infine Sergio Capitoli per l’UdC: «Una scelta unanime sul candidato Silvetti, abbiamo dedicato mesi all’ascolto sui problemi della città, più che sulla precedente amministrazione. Siamo un progetto in cui le persone si mettono insieme per fare squadra, a questa città mancano ancora tantissime cose, i temi che ci riguardano sono tanti e partono dall’ambiente, dalla sostenibilità, dalla persona. Con particolare attenzione al Conero, alla costa, ai golfi, al verde urbano, al trasporto pubblico. Ancona ha bisogno di cambiare. E noi ci siamo».

Le parole di Silvetti

Poi è stato il turno di Daniele Silvetti: «Non vi sarà sfuggito il fatto – ha attaccato il candidato del centrodestra nella sua arringa finale – che qui stamattina non ci sono solo liste e forze politiche ma c’è il popolo anconetano e questo mi riempie d’orgoglio. Questa rinnovata partecipazione la registriamo giorno dopo giorno. Ogni giorno tocchiamo con mano questa aspettativa. Quella che non è solo più curiosità, ma rappresenta la volontà di capire che tipo di cambiamento imprimere a questo capoluogo. Tanti anconetani ci chiamano e ci invitano a entrare nelle loro case. L’opera di ascolto, di coinvolgimento, di attenzione e di pazienza, che non è mai scontata, è un motivo trainante di questa campagna elettorale. E se lo è vuol dire che chi c’è stato fino adesso non ha avuto questa capacità, quella di mettersi umilmente a capire quelle che sono le esigenze del territorio. Non è più il tempo delle donne o degli uomini soli al comando. L’età e il momento sono quelli giusti perché Ancona possa, nella partecipazione democratica, trovare le soluzioni che le servono, che servono al suo futuro e al suo sviluppo. Prima delle cose bisogna cambiare il metodo, cercando di convergere sui tanti, troppi dossier aperti. Con metodo e partecipazione, un processo che parte dal basso e che così riesce a immaginare una grande Ancona. Una grande Ancona non solo in termini romantici, ma fatta di infrastrutture, di sviluppo, di un comune capoluogo capace di fare rete in un’area molto più vasta. Se questa campagna elettorale, infatti, la riduciamo solo ai confini di Ancona allora facciamo un grosso errore. Dobbiamo sognare una grande piattaforma sociale e civica che coinvolga a nord Falconara e a sud la riviera del Conero. Questa parte costiera, custode di alcune delle infrastrutture più grandi di questa regione, è stata dimenticata per troppo tempo. E’ questo che dobbiamo con grande chiarezza di idee ribadire, con il nostro ruolo centrale: lo facciamo con la Regione, nostro interlocutore principale, e con la politica nazionale e credo che avremo delle attenzioni certe e tante idee da proporre». Cosa manca al Conero per diventare un polo attrattivo internazionale, secondo Silvetti: «Le grandi idee possono anche partire dal cassetto, magari non c’erano i finanziamenti, magari mancava la chiarezza di intendimenti. Vogliamo implementare, dare nuove potenzialità al traffico portuale che esiste, perché vogliamo che diventi un porto di nuove prospettive, ma tenendo bene a mente i grandi temi, quello della sostenibilità, dell’ambiente, che non sono temi di destra o di sinistra. Per noi vale soltanto un concetto, quello del buon governo, che non può essere schiavo né dell’ideologia né dell’emotività. Il Conero e il suo brand per noi sono fondamentali, abbiamo necessità di uscire dall’angolo, non possiamo continuare a essere la città che si trova tra Rimini e Pescara. Il Conero è depositario di tradizioni, costumi e filiera agroalimentare che possono essere utilizzati». E poi ancora sull’identità della città: «Ancona deve ritrovare la propria vocazione e la propria identità, culturale, sociale, economica. Siamo depositari di un patrimonio culturale che non teme confronti ma che resta in un angolo di cui non si accorge più nessuno. Tre contenitori culturali per il nostro futuro, il polo archeologico, il Teatro delle Muse e la Mole Vanvitelliana, un triangolo perfetto». La questione del turismo «affidato troppo spesso all’impresa privata», il rapporto con l’università, e l’inclusione e la sicurezza su cui Silvetti ha concluso: «Dobbiamo essere una città, e lo voglio dire con grande chiarezza, che fa dell’inclusione un fatto valoriale. La città di Ancona per storia è una città che esprime solidarietà, aiuto, accoglienza e per questo per noi l’inclusione non è solo un fatto positivo, ma è un valore. Un valore in cui crediamo fortemente. E’ chiaro che questo valore, però, non può prescindere da un fatto altrettanto importante che è quello della sicurezza del cittadino. C’è inclusione se c’è sicurezza, c’è coesione sociale se c’è sicurezza, non sono concetti che possono restare scollegati. Siamo convinti che bisogna combattere altri elementi negativi, che sono disordine, insicurezza e degrado, questi sono i nemici della città, soprattutto quando sono prodotti dall’assenza delle istituzioni e dai coni d’ombra che questa amministrazione ha lasciato sul territorio e di cui è la prima responsabile».