ANCONA – È stata una partenza buona, quella del mondo della ristorazione del primo weekend delle Marche in zona gialla. Gli operatori però sono cauti visto che i ristoranti e i bar possono restare aperti solo all’aperto, sia a pranzo che a cena, con l’incognita del meteo e la spada di Damocle del coprifuoco, che di certo non aiuta a recuperare le perdite subite dopo mesi di chiusura a causa della pandemia.
«C’è tanta voglia di uscire e abbiamo tante richieste – afferma Giorgio Tucci titolare del Ristorante della Rosa di Sirolo, e presidente del Comitato Q+ che raccoglie una sessantina di ristoratori della Riviera del Conero, da Ancona a Porto Recanati -, ma i posti sono sempre di meno». Il ristoratore ci spiega che, se nel 2020 a causa della pandemia e dei protocolli adottati i posti si erano ridotti della metà, «rispetto al 2019 oggi ce ne sono solo un terzo a disposizione». Una forte contrazione che mette in difficoltà gli operatori del settore gravato dalle chiusure.
Dal 26 aprile con il rientro delle Marche in zona gialla i ristoranti hanno potuto riaprire, ma solo all’aperto, in una stagione in cui il meteo non offre certezze. «La sera tra le temperature rigide e il coprifuoco non si riesce a lavorare – spiega Tucci -, speriamo che la situazione migliori altrimenti per molte attività sarebbe devastante».
Gli operatori del Comitato Q+ sono tuttavia ottimisti e sperano di replicare la stagione estiva del 2020 e per questo mettono in moto anche la creatività cercando di essere flessibili, come ci spiega Tucci che nel suo ristorante dà la possibilità di pranzare su più turni anche il pomeriggio, così da soddisfare un maggior numero di richieste. Ma il fatto di non poter utilizzare le sale interne è un forte limite alle attività che devono fare i conti anche con i loro dipendenti ai quali tengono in maniera particolare a garantire una occupazione.
«Abbiamo mantenuto lo stesso personale dell’anno scorso – prosegue -, teniamo molto all’aspetto umano», e ci racconta di aver anticipato la cassa integrazione ai suoi dipendenti nel periodo della chiusura. Ora la speranza del Comitato Q+, ma anche degli altri ristoratori è quella di un allentamento delle restrizioni legate ai locali, come il coprifuoco per il quale auspicano almeno uno slittamento in avanti, così come delle riaperture all’interno. «Vedere gli assembramenti in piazza a Milano per la vittoria di una squadra di calcio ci ha molto colpiti – spiega -, noi dobbiamo giustamente rispettare i protocolli e il distanziamento, ma perché per certe manifestazioni non è lo stesso? Se continuiamo con queste misure rigide prima o poi dovremo alzare i prezzi: o si mandano a casa le persone o si alzano i prezzi, è questione di sopravvivenza».
Intanto il Comitato Q+ proprio nei giorni scorsi ha scritto una lettera alla Regione Marche, nella quale chiede al presidente Francesco Acquaroli e all’assessore alle Attività Produttive Mirco Carloni di mettere di fare pressing al governo su riaperture al chiuso e coprifuoco, ma anche per chiedere misure ad hoc fra le quali anche l’esenzione della Tosap (tassa di occupazione del suolo pubblico) e la riduzione della Tari (tassa sui rifiuti).
«Inizio di stagione scoppiettante» alla Baia di Portonovo, dove i locali hanno riaperto per la stagione estiva. Nonostante il vento che ha caratterizzato il weekend del primo maggio e le temperature non proprio estive, la voglia di mangiare con una vista mozzafiato alla fine ha prevalso su tutto. Simone Baleani dell’Unione Regionale Cuochi Marche e chef de Il Ristorante Il Molo di Portonovo ci racconta che la partenza è stata buona: «Siamo positivi, ma rimaniamo moderati e cauti».
Intanto però un primo dato salta subito all’occhio: «Il covid – come fa notare Simone Baleani – ha stravolto il modo di vedere la vita delle persone. C’è più voglia di stare fuori, di uscire, di concedersi una cena fuori. Abbiamo tutti cambiato un po’ prospettiva: sia noi che lavoriamo nella ristorazione, che siamo diventati più flessibili nel modo di lavorare, sia i nostri clienti che sono più desiderosi di uscire e di cogliere l’attimo, siamo entrati tutti in una modalità di pensiero maggiormente improntata sul “carpe diem”».
Lo chef spiega che il ristorante ha anticipato l’apertura della cena alle 19 e che la formula dell’aperitivo sta riscuotendo successo, visto che la cena deve essere rapida per consentire il rientro per le 22, orario del coprifuoco. «Se arriva un cliente nel pomeriggio che ci chiede un sardone allo scottadito lo accontentiamo» spiega, precisando che c’è pioggia di richieste anche per la prenotazione degli ombrelloni in vista dell’estate.