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Ricorso al Tar, genitori del Comitato Priorità alla Scuola chiedono risarcimento danni

Sette le famiglie di alcuni studenti delle superiori di Ancona, Jesi e Senigallia che hanno agito in questa direzione. Ecco i dettagli e le motivazioni

La protesta del Comitato Priorità alla Scuola contro l'ordinanza regionale che proroga la didattica a dustanza

ANCONA – Sono sette i genitori del Comitato Priorità alla Scuola che nella giornata di ieri (19 gennaio) hanno presentato ricorso al Tar Marche contro l’ordinanza siglata dal governatore Francesco Acquaroli il 5 gennaio scorso con la quale posticipava il ritorno in aula per le superiori a febbraio. Una decisione, quella della Giunta di prolungare la didattica a distanza al 100% assunta quando i dati relativi all’andamento epidemiologico della curva dei contagi e dei ricoveri erano in crescita, ma che studenti e famiglie hanno mal digerito, tanto da sfociare nell’azione legale.

Si tratta dei genitori di 7 studenti, appartenenti alle classi dal primo al quinto anno delle superiori di istituti di Ancona, Jesi e Senigallia. In un documento di 30 pagine i legali che hanno avanzato il ricorso motivano la “mossa” «anche alla luce di quanto pronunciato dal Comitato Tecnico Scientifico, il quale ha ribadito che esistono tutte le condizioni che consentono il ritorno in classe delle Superiori nelle zone gialle e arancioni, come stabilisce il Dpcm del 14 gennaio» e come dichiarato in una nota stampa del Comitato Priorità alla scuola, da tempo impegnato contro la didattica a distanza.

Il ricorso è stato presentato da due avvocati di Ancona, Daniele Valeri (amministrativista) e Elisabetta Nicolini (penalista) insieme al legale Maria Virgilio di Bologna, protagonista del ricorso contro l’ordinanza emessa dalla Regione Emilia Romagna, risultato poi vittorioso.  Nel ricorso presentato al Tar i legali hanno inserito anche una richiesta di danni alla Regione Marche: secondo il Comitato Priorità alla Scuola, infatti, la didattica a distanza andrebbe a ledere il diritto all’istruzione, non consentendone il pieno godimento, anche per la mancanza di mezzi connessione, oltre che per l’eventuale impatto sulla salute psicofisica degli studenti.

Alla base del ricorso, «vi sono profili di illegittimità dell’ordinanza
regionale in quanto si pone in deroga ad una norma di rango superiore, il decreto legge del 5 gennaio 2021, che disciplinava il rientro in presenza al 50% dal 11 al 16 gennaio; oltre a violare i vincoli di competenza e i limiti imposti ai poteri di intervento delle Regioni previsti dai precedenti decreto legge 19 e 33 del 2020» si legge nella nota del Comitato Priorità alla Scuola.

Stando a quanto riferisce il Comitato «il decreto legge 19/2020, infatti,
consente di introdurre misure più restrittive “nelle more” dei Dpcm e con “efficacia limitata fino a quel periodo”. Per cui in virtù dei provvedimenti governativi vigenti, tra cui l’ultimo Dpcm del 14 gennaio, l’ordinanza
regionale risulterebbe ingiusta e illegittima, a partire dal fatto che gli stessi Dpcm consentirebbero la scuola in presenza per tutti gli ordini di scuola anche nella cosiddetta zona arancione e a maggior ragione in zona gialla, zona in cui la Regione Marche è ricaduta nel periodo tra l’11 e il 16 gennaio».

La Regione dal canto suo, nella giornata di lunedì, ha già annunciato, come previsto anche dall’ordinanza del 5 gennaio scorso che in caso di miglioramento dell’indice Rt e degli altri parametri, come i casi sintomatici registrati, riaprirà le scuole superiori già da lunedì 25 gennaio.

Intanto il presidente del Tar delle Marche nella tarda serata di ieri, 19 gennaio, si è pronunciato sul ricorso presentato il giorno stesso e «ha “ritenuto necessario, ai fini della disamina della predetta istanza, acquisire dalla Regione una relazione di chiarimenti sui fatti di causa, con allegata la relazione istruttoria a firma del Dirigente del Servizio Sanità” datata 5 gennaio. La documentazione è attesa per questo giovedì» si legge nella nota stampa del Comitato Priorità alla Scuola. La Giunta aveva infatti siglato l’ordinanza sulla base dei dati epidemiologici.