ANCONA – «C’è da lavorare sodo per la programmazione del Recovery Fund per la ricostruzione, sui cui dobbiamo incardinare 1 miliardo e 700 milioni di euro». Lo ha detto il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Mariastella Gelmini, in visita nelle Marche per un vertice con il presidente della Regione, Francesco Acquaroli, l’assessore alla Ricostruzione, Guido Castelli e il commissario per la Ricostruzione, Giovanni Legnini.
Un’occasione per fare il punto sullo stato della ricostruzione post-sisma, sulla gestione della pandemia e sulla programmazione delle risorse del Recovery Fund. Gelmini ha definito una «idea brillante» la proposta del governatore Acquaroli, di una Zes, Zona Economica Speciale, per le Marche, sul modello di quella per il Sud Italia, «per evitare che questa regione e il Centro Italia scivolino su parametri economici negativi».
Di questo, ha assicurato, «ne parlerò con il ministro Carfagna. Sono convinta che le proposte del presidente Acquaroli vadano ascoltate dal Governo». Il ministro ha poi espresso apprezzamento per il lavoro svolto dalle Regioni e dal Commissario Legnini per quanto concerne la ricostruzione post-sisma, un lavoro «improntato alla semplificazione delle procedure e alla trasparenza». Una modalità di lavoro che, ha sottolineato, «dovrebbe costituire un modello da esportare».
Il governatore Acquaroli ha illustrato i contenuti dell’incontro con il ministro, spiegando di aver presentato a Mariastella Gelmini l’impegno profuso dalla Regione nei confronti della ricostruzione e per «restituire una quotidianità alla popolazione di oltre 80 comuni marchigiani e uno sviluppo delle aree interne».
Poi ha sottolineato la necessità di una programmazione forte per procedere ad una ricostruzione non solo fisica, ma anche economica, così da «alzare gli indici di attrattività per scongiurare il fenomeno dell’abbandono e dello spopolamento dei territori». Un tema, nel quale è centrale anche la questione infrastrutturale, cruciale «non solo per essere competitivi ma anche per assicurare qualità dei servizi sanitari. Per questo abbiamo proposto una serie di misure di agevolazione fiscale e l’inserimento di interventi nel Recovery Plan, come la Pedemontana delle Marche».
Il commissario Legnini ha affermato che la ricostruzione del Centro Italia è approdata ad una fase matura con un numero molto consistente di cantieri aperti e un ritmo sempre più rapido di approvazione delle pratiche, ma ricostruzione e rinascita economica, ha evidenziato, sono due gambe che devono camminare insieme.
Secondo Legnini, l’opportunità straordinaria per consentire a queste due gambe di camminare insieme è «nelle mani nel Governo, del Parlamento e dell’Unione Europea, rispetto alla quale le Regioni e il commissario, che ha funzioni di coordinamento e di ordine tecnico del governo, hanno formulato delle proposte ben precise». L’auspicio, spiega, è che «troveranno uno sbocco e una risposta importante e positiva con le prossime decisioni» legate alle risorse europee del Recovery Plan.
L’assessore alla Ricostruzione Castelli ha sottolineato che quella del terremoto del 2016, nell’Italia Centrale, è «una crisi senza volto» e che la questione del terremoto non riguarda solo il cratere e le Marche, ma è «una questione del Centro Italia e una grande questione nazionale. L’attenzione che chiediamo deriva da una constatazione: la terza Italia, quella del Centro, è in profondissima crisi e il terremoto c’entra molto, perché ha prodotto, ancora prima della pandemia, una situazione molto grave».