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I rincari pesano sulla Pasqua, Cna: «Gli acquisti non decollano»

I rincari pesano sulla Pasqua e spingono i consumatori ad essere più parsimoniosi. Sotto tono gli acquisti di colombe e uova di cioccolato

ANCONA – Pasqua sottotono per i rincari e intanto in alcuni supermercati qualche scaffale è vuoto per la corsa all’accaparramento dei prodotti alimentari essenziali che nell’ultimo periodo hanno registrato una impennata.

Dopo l’olio di semi, adesso è la volta dell’olio di oliva il cui acquisto in alcuni supermercati è stato contingentato. «A fronte della grave situazione internazionale – recita il cartello affisso sugli scaffali di una nota catena di market – per garantire continuità di rifornimento è previsto l’acquisto massimo di due pezzi per scontrino di olio d’oliva».

«Ci possono essere delle piattaforme che hanno difficoltà nell’approvvigionamento di alcuni generi alimentari – spiega Andrea Cantori, responsabile provinciale Cna Alimentare Ancona – , ma in linea generale è un prodotto che ha registrato un aumento legato ai rincari energetici. Non è aumentato con l’olio di semi (importato dall’Ucraina) che è arrivato al prezzo record di 4 euro, e chi ha potuto fare incetta lo ha fatto, ma comunque ha subito un rincaro (l’olio di oliva) di un 1 euro».

Il responsabile dell’associazione di categoria spiega che il rialzo dei prezzi legato all’inflazione è generalizzato sul fronte dei generi alimentari «sta aumentando un po’ tutto – spiega – : oltre all’olio di oliva e di semi, la farina, il latte, il burro».

Acquisto olio contingentato

Non tutto l’olio di oliva arriva dall’Italia che non riesce a soddisfare pienamente la domanda interna e il resto viene importato dalla Spagna e dalla Tunisia. «L’aumento spaventoso delle bollette» mette in crisi le imprese che sono costrette au aumentare il costo dei prodotti ed i consumatori temendo ulteriori aumenti corrono a fare scorte. E la situazione non volgerà presto al miglioramento: «Prevediamo ulteriori rincari legati all’inflazione, se non si pone un freno agli aumenti sull’energia, gli aumenti proseguiranno – osserva – speriamo che il governo riesca a mettere un tetto al prezzo del gas, sarebbe un intervento utile».

Come incide tutto questo sulla Pasqua? «La Pasqua non sta decollando, mentre negli anni passati lo shopping legato a questa festività partiva anche tre o quattro settimane prima, adesso la partita si gioca tutta in questa ultima settimana, i consumatori si muovono all’ultimo momento».

Un effetto legato alla pandemia, che da un lato genera timori legati alla salute e dall’altro spinge ad una maggiore prudenza negli acquisti per i rincari che intaccano il potere d’acquisto delle famiglie. Per quanto riguarda i prodotti tipicamente pasquali come colombe, pasticceria, torte di formaggio e uova pasquali i cui acquisti «non decollano più di tanto, anche se non sta andando proprio male».

La ristorazione invece registra una boccata di ossigeno e punta tutto su Pasqua e Pasquetta, ma «sono solo due giornate, e non sono sufficienti a ripianare le minori entrate legate alla pandemia e i maggiori costi legati ai rincari