ANCONA – Estate calda per la sanità marchigiana. Infiamma la polemica tra maggioranza e opposizione sulla riorganizzazione del Servizio Sanitario Regionale che approderà in Consiglio regionale ai primi di agosto. Il Partito Democratico entra a gamba tesa e preannuncia battaglia contro la riforma.
Ad andare all’attacco è il commissario regionale del Pd Alberto Losacco che parla di «un progetto fortemente sbagliato nel merito e intempestivo e per questo il Partito Democratico si prepara a dare battaglia in aula». I dem in una nota stampa fanno sapere che ieri pomeriggio si è tenuta una riunione tra il commissario regionale Alberto Losacco, il gruppo assembleare e i segretari delle federazioni provinciali, sul tema.
«C’è grande preoccupazione per quella che, più che una riforma, appare una vera e propria controriforma che non solo non corrisponde al bisogno di tutelare la salute dei marchigiani – afferma Losacco – , ma rischia di produrre effetti devastanti in termini di inefficienza e aumento dei costi a causa della proliferazione di ruoli e poltrone e che, soprattutto non affronta i temi di grave crisi sanitaria che affliggono i nostri cittadini».
L’impressione del commissario regionale dei dem è che «la maggioranza tirerà dritto e cercherà a tutti i costi di approvare questo provvedimento, ma è evidente già da ora che le enormi criticità che caratterizzano il loro progetto, porteranno quasi certamente il governo nazionale a impugnare l’atto. Tra queste, forse quella più grave e vistosa, è rappresentata dalla disparità territoriale che l’istituzione di cinque aziende territoriali con personalità giuridica e in competizione tra loro andrà a creare tra una provincia e l’altra, minando di fatto l’universalità del diritto alla salute. Non sfugge, poi, come questa controriforma sia del tutto incoerente con la normativa nazionale e soprattutto con il Piano regionale socio sanitario, che ancora oggi coincide in larga parte con quello varato dalla precedente Amministrazione».
Secondo Losacco, «l’approvazione del nuovo Piano, infatti, dovrebbe precedere qualsiasi intervento strutturale, al fine di valutarne l’impatto economico-finanziario e renderlo dunque non solo credibile, ma anche possibile. Tanta incompetenza rischia, solo per fare due esempi, di rendere le Marche l’unica regione in Italia priva di ospedali di primo livello e di amplificare il problema della carenza di medici, dato che le Ast risulteranno per loro meno attrattive rispetto a un’azienda complessa».
Il commissario dem si appella «alla maggioranza e in particolare al presidente Francesco Acquaroli, che spesso ha teorizzato l’importanza della partecipazione delle minoranze su atti di così grande impatto per tutti i cittadini marchigiani, indipendentemente dall’appartenenza. Fermiamoci e apriamo una vera fase di confronto, più seria e partecipata rispetto alla farsa organizzata fin qui dall’assessore Saltamartini e dalla presidente della commissione Leonardi, per dare ai marchigiani risposte che servono davvero e, soprattutto, mettendo al centro la necessità di ridisegnare il modello sanitario dopo il dramma del Covid. Se si sbaglia ora, e noi crediamo che la giunta regionale stia sbagliando molto, sarà poi molto difficile tornare indietro».
A replicare sono la Lega e Fratelli d’Italia. «Dalle dichiarazioni degli esponenti marchigiani del Partito Democratico in merito alla riforma della sanità regionale emerge grande preoccupazione perché finalmente la Lega, con il sostegno di tutto il Centrodestra, sta smantellando il vecchio sistema sanitario tanto caro alla sinistra, le cui crepe erano però evidenti da troppo tempo» attaccano il Commissario della Lega Marche Riccardo Augusto Marchetti e i consiglieri regionali della Lega.
«Il nostro assessore alla sanità Filippo Saltamartini, insieme a tutta la Giunta, ha lavorato sin dall’inizio della legislatura per costruire una sanità diffusa, che desse pari dignità alle città della costa e a quelle dell’entroterra – spiegano i leghisti – uno degli obiettivi principali del nostro programma elettorale era dare ai marchigiani una sanità di territorio efficace ed efficiente, e ora stiamo realizzando, seppur con ritardi dovuti alla pandemia, le promesse fatte nel 2020. Se i marchigiani avessero ritenuto valida la gestione della sanità del Partito Democratico, gli avrebbero ridato fiducia al momento del voto – incalzano – invece le elezioni hanno sancito la sconfitta della sinistra su tutti i fronti. Il modello di sanità provinciale è peraltro sempre più diffuso in Italia – spiegano – e l’unica regione che aveva creato una ASL unica, ovvero la Sardegna, sta facendo un passo indietro».
«Siamo sempre al lavoro per garantire ai marchigiani il meglio, nella sanità e in ogni altro settore – concludono Marchetti e i consiglieri – Il Pd faccia un’opposizione seria e costruttiva e pensi al futuro delle Marche piuttosto che agli interessi di partito».
La presidente della IV Commissione Sanità regionale e coordinatrice regionale di Fratelli d’Italia Elena Leonardi attacca il commissario dei dem: «Losacco ci fa sapere che “quasi certamente il governo nazionale impugnerà l’atto”. Speriamo che non sia una minaccia, che sarebbe gravissima e frutto di una prepotenza istituzionale senza precedenti».
Entrando in polemica con il dem, Leonardi ricorda al commissario Losacco che «il confronto si deve fare nelle sedi opportune, cioè in Commissione Sanità, dove è in corso l’esame della proposta di legge, e poi in Consiglio Regionale, quando il testo arriverà in aula. Lo informiamo anche del fatto che la nostra proposta di riforma altro non è che quanto scelto dai marchigiani il 20 e 21 settembre del 2020, quando sono stati chiamati alle urne per scegliere quale modello di sanità volessero per le Marche. Del resto, il modello di sanità accentrata negli ospedali unici che avrebbe finito di spogliare i territori di servizi sociosanitari indispensabili, proposto dal suo Pd, è stato clamorosamente bocciato dai cittadini».
La consigliera regionale di FdI invita Losacco «a leggere la proposta di legge perché solo così potrà poi effettivamente parlarne, in maniera consapevole e puntuale. Al contrario oggi lo fa in maniera propagandistica e attraverso degli slogan tanto cari alla sinistra, ma difficilmente supportati da fatti concreti. La notizia, insomma, cari cittadini marchigiani, è che il Pd non ha perso il vizio di fare politica con la sanità e sfrutta l’ambiziosa e storica riforma messa in atto dall’amministrazione Acquaroli per lanciare allarmi infondati ai marchigiani. Infine – conclude -, non possiamo non sottolineare le gravi affermazioni rispetto all’eventuale comportamento del Governo, nel caso in cui la riforma venisse approvata. Losacco ci fa sapere che “quasi certamente il governo nazionale impugnerà l’atto”. Speriamo che quanto da lui affermato sia solo una svista, una disattenzione, e non invece una minaccia, che sarebbe gravissima e frutto di una prepotenza istituzionale senza precedenti. Insomma, è sempre più chiaro ed evidente che la democrazia, il Pd, la porti solo nel nome».