ANCONA – La Giornata Internazionale del Risparmio Energetico, che ricorre oggi – 18 febbraio – è stata istituita per far riflettere cittadini e imprese sul proprio stile di vita e sui processi produttivi e logistici, così da cercare di trovare alternative per diminuire i consumi e avviare cicli economici virtuosi. Un tema fondamentale in una fase storica contrassegnata dai rincari energetici e dalla crisi climatica. Ne abbiamo parlato con il professor Fabio Polonara, docente di Fisica tecnica industriale all’Università Politecnica delle Marche.
Professor Polonara, quali sono i passi che si possono compiere?
«Il primo passo da compiere è quello di aumentare la consapevolezza di famiglie e imprese che il risparmio energetico è una risorsa a disposizione di tutti e dalle grandi prospettive. Per raggiungere questo primo obiettivo la collaborazione dei mezzi di informazione è essenziale. Non bisogna dimenticare che tra gli investimenti necessari per migliorare la condizione del sistema energetico di un Paese e che coinvolgono sia l’offerta di energia che la domanda di energia, il risparmio e l’efficienza energetica sono quelli che costano meno a parità di effetto ottenuto. Purtroppo c’è un aspetto negativo, noto come paradosso di Jevox: i miglioramenti in efficienza e risparmio spesso non si risolvono in una diminuzione dei consumi energetici ma, paradossalmente, in un loro aumento, proprio dovuto al fatto che la gente, cosciente di un utilizzo virtuoso dell’energia, ne consuma di più».
I rincari energetici quanto hanno spinto cittadini e imprese a prestare una maggiore attenzione al dispendio energetico e a mettere in atto misure concrete?
«Il risparmio energetico e l’aumento dell’efficienza di impianti e sistemi dovrebbero essere obiettivi da perseguire a prescindere, ma è indubbio che il maggiore costo dell’energia è un fattore chiave per suggerire a famiglie e imprese la necessità di agire con misure concrete di risparmio».
L’educazione è alla base del cambiamento, qual è il suo messaggio per le giovani generazioni?
«La consapevolezza che l’energia è un bene prezioso che può essere prodotto solo attraverso un certo impatto sull’ambiente e quindi va consumata con la massima attenzione possibile è la spinta più importante per generare comportamenti virtuosi da parte degli utenti. Se questa consapevolezza viene radicata nelle giovani generazioni durante il loro percorso formativo, il comportamento virtuoso che ne consegue diventa per esse un riflesso condizionato che non le abbandona più. Esempi come “Fridays for Future” sono la dimostrazione del crescente e positivo coinvolgimento dei giovani su questo tema. Assai meno positive, secondo me, sono le azioni di disturbo proposte dai gruppi come “extinction rebellion” che imbrattano palazzi e monumenti con lo scopo di portare la loro protesta in evidenza sui media: anziché creare desiderio di emulazione nella pubblica opinione hanno un effetto di rigetto e fanno un grave danno alla causa. Il messaggio non può che essere quello di partire dai comportamenti individuali affinché, attraverso l’esempio, tali comportamenti diventino la norma per tutte le fasce della popolazione».