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Rt in calo nelle Marche e vaccino in arrivo a gennaio. Clementi: «Svolta importantissima»

Il direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano fa il punto sui dati del monitoraggio regionale della Cabina di Regia e sul vaccino contro il covid

ANCONA – «Non abbiamo più quella crescita esponenziale che vedevamo qualche settimana, una tendenza in linea con quello che sta accadendo nel resto del Pese e dell’Europa, dove le restrizioni imposte assomigliano a quelle adottate in Francia, Germania e prima ancora in Spagna». Il professor Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano, commenta i dati del Monitoraggio Regionale della Cabina di Regia dai quali emerge che l’indice Rt delle Marche è sceso a 1.17. Il professore sottolinea che «i risultati delle misure adottate si stanno vedendo». Un indice che classifica le Marche nel livello di rischio moderato e che potrebbe far scattare dal 3 novembre il rientro in zona gialla, con misure più “soft”.

«Il numero di nuovi casi è stabile nelle Marche – prosegue – , in linea con il resto del Paese, anche se si eseguono meno tamponi rispetto alle altre regioni italiane dove invece il numero dei test cresce». Il virologo però invita a non abbassare la guardia:  «Condivido la preoccupazione che un eccessivo rilassamento a Natale, come avvenuto in estate, possa far ripartire verso l’alto la curva dei contagi».

Massimo Clementi
Massimo Clementi, direttore Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano

In ogni caso spiega che per i primi dicembre «dovranno esserci le riaperture dei negozi, altrimenti ne risentirà in maniera eccessiva l’economia». Freno tirato invece per quanto riguarda bar e ristornati: «Sarei prudente sulle riaperture di bar e ristoranti. Se fossimo rispettosi andrebbe bene, ma il rischio è che non tutti lo siano e si tratta di luoghi dove ci si può contagiare più facilmente che in altri, così come anche le palestre e i locali da ballo».

La parola chiave, secondo il professor Clementi è «equilibrio» con riaperture graduali. Ma oltre all’Rt che scende e forse un Natale con qualche restrizione in meno, anche se con attenzione massima, ci sono altre ragioni per gioire. «Gennaio sarà il mese in cui dovremmo ricevere il primo lotto del vaccino contro il covid e questo consentirà già da febbraio di poter iniziare a somministrarlo su 1milione e 700mila persone, partendo dagli over 65, pazienti con patologie e personale sanitario, per arrivare entro settembre ad aver vaccinato gran parte della popolazione».

L’obiettivo sarebbe quello di arrivare a vaccinare «almeno tra il 60 e il 70% della popolazione» che «vuol dire bloccare la circolazione al virus», ma sarà necessario «organizzare bene la macchina». Il virologo spiega infatti che per la somministrazione i soli medici di medicina generale «non basteranno, come non bastano già per la vaccinazione antinfluenzale».

Però una volta vaccinata gran parte della popolazione «ne saremo abbastanza fuori» spiega. Quella del vaccino contro il covid «è stata una svolta importantissima: la tecnologia impiegata per la prima volta, a RNA e non microrganismo vivo e attenuato, sarà utilissima anche per altre malattie infettive».