Attualità

Sanità nel mirino di Cgil. Longhin: «Nelle Marche una delle spese più basse d’Italia»

Il sindacato chiede alla Regione di intervenire in maniera urgente. L'accento oltre che sulle liste di attesa va anche sul Pnrr

Loredana Longhin, segretaria regionale Cgil Marche

ANCONA – La sanità delle Marche nel mirino della Cgil che per voce della segretaria regionale Loredana Longhin chiede «interventi urgenti dalla Regione». Secondo il sindacato «le Marche registrano una delle spese più basse d’Italia, solo il 36% delle risorse stanziate per le liste di attesa sono state utilizzate e siamo con il segno meno anche sul fronte dell’assistenza anziani».

Per questo Longhin chiede alla Regione di intervenire «anche per dire che fine faranno, con il Pnrr, Case e Ospedali di Comunità». La Corte dei Conti, si legge nella nota stampa inviata dal sindacato, «nel 2022, la spesa sanitaria pro – capite nelle Marche è stata di 2190 euro, al di sotto di quella nazionale e in linea con le Regioni del SUD. Solo il 36% delle risorse stanziate per il recupero delle liste di attesa è stato effettivamente utilizzato contro una media italiana del 69%».

Da un’analisi compiuta da Agenas, si legge nella nota inviata dal sindacato, su un campione di 10 prestazioni di specialistica ambulatoriale, visite ed esami radiologici, «si evince che la crisi pandemica ha avuto un impatto sui livelli delle prestazioni: infatti, nelle Marche tra il 2019/2022 c’è stata una diminuzione del 22% delle prestazioni ambulatoriali, valore più marcato rispetto a quello registrato a livello Paese pari al 16%. Sempre Agenas segnala che, per quanto riguarda gli interventi in area cardio – vascolare, la Regione Marche è una di quelle che tra il 2021/2022 è peggiorata relativamente di più in termini di riduzione di pazienti che ricevono entro un mese un intervento, pari a -6%».

Secondo il sindacato «non va meglio l’area oncologica, infatti la variazione riferita sempre allo stesso periodo è stata del -8,4%. E ancora dai dati del Ministero della Salute, per quel che riguarda l’assistenza domiciliare integrata,sono stati presi in carico 1520 casi su 100 mila abitanti, anche in questo caso molto al di sotto della media nazionale (1982 casi). Per quanto concerne la presa in carico di persone anziane, sono stati trattati in assistenza domiciliare integrata 45 anziani ogni mille residenti over 65 nelle Marche».

Per Loredana Longhin «sono numeri davvero bassi rispetto alla media italiana 62,6; considerando che nelle Marche la popolazione anziana incide molto nel totale complessivo della popolazione. Inoltre, le ore dedicate a ciascun assistito anziano, sono state mediamente 12 a fronte della media italiana di 17 ore». Per quanto concerne il Pnrr secondo il sindacato i numeri devono essere contestualizzati in una contesto in cui emerge un forte invecchiamento della popolazione e una progressiva incidenza della popolazione anziana su quella  di età attiva, dimostrata da un indice di dipendenza anziani che ammonta al 41,3%, e che nel 2019 era al 39,8%.

Ciò significa, prosegue la nota stampa, «che la nostra regione ha bisogno di una sanità che funzioni, a partire dall’assistenza territoriale, e sia all’altezza dei nuovi bisogni emergenti». «Il documento  programmatico di bilancio – spiega Longhin – approvato  dal governo in tema di sanità non è in grado di dare delle risposte adeguate, anzi sembra aver dimenticato la lezione della pandemia. E’ evidente l’intento del Governo di proseguire subdolamente nello smantellamento del SSN e nella privatizzazione della salute».

Il segretario generale della Cgil Marche, Giuseppe Santarelli afferma «siamo fortemente preoccupati rispetto a ciò che succederà sulla rimodulazione dei progetti del Pnrr sulle Case di Comunità e gli Ospedali di Comunità.  Più volte abbiamo chiesto alla Regione di discutere l’impatto della revisione dei progetti del Pnrr ma, ancora una volta, apprendiamo  che la Regione ha garantito che la realizzazione delle strutture avverrà entro il 2026».

Secondo il sindacato è urgente «avere una ricognizione dell’esistente non solo in termini numerici ma anche dei servizi che vengono effettivamente erogati e capire quali altri si dovrebbero garantire per far fronte alle necessità del territorio, e soprattutto con quale personale si pensa  di realizzare tutto ciò vista la  conclamata carenza di personale. Viene anche da chiedersi: a quali risorse la Regione pensa di attingere?».

Longhin conclude: «Su questi temi, perché non siano solo annunci a fini elettorali, ci piacerebbe che ci fosse un confronto serio. Il Servizio sanitario regionale non ha bisogno di un lifting, perchè il tempo della manutenzione ordinaria è scaduto: servono interventi strutturali seri capaci di dare risposte ai cittadini».

© riproduzione riservata