ANCONA – Nelle Marche sono 60 i sanitari in isolamento domiciliare per aver contratto il Covid. Un dato che si evince dal bollettino del Gores. In Italia, stando all’Istituto Superiore della Sanità, sono stati «1.848 operatori sanitari contagiati negli ultimi 30 giorni», riferisce il Nursing Up in una nota stampa.
Il sindacato degli infermieri puntualizza che in base ai numeri forniti dall’Inail, l’82% degli operatori sanitari che si ammalano, nel comparto sanità, sono infermieri, se ne infettano con Covid «50 al giorno, quasi tutti vaccinati».
Il NurSind, sindacato delle professioni infermieristiche, alla luce delle infezioni e delle sospensioni che potrebbero scattare per i sanitari non vaccinati, lancia l’allarme sulla dotazione organica del personale infermieristico. «Gli infermieri sono pochi – osserva Donato Mansueto, segretario regionale NurSind – , siamo in carenza in tutti gli ospedali della regione».
Il sindacalista fa notare che «non ci sono nuovi concorsi e sono diversi quelli non vaccinati, per cui la Regione doveva provvedere in anticipo, dopo l’istituzione dell’obbligo vaccinale, a prevedere un bacino di infermieri con cui rimpiazzare quelli che sarebbero stati sospesi perché non vaccinati, o perché in quarantena».
Solo in provincia di Macerata nelle ultime ore ne sono stati sospesi 11 perché non vaccinati contro il Covid-19. Un problema, quello della carenza di infermieri e medici che rischia di accentuarsi ulteriormente con quarantene e sospensioni dei non vaccinati.
Inoltre fa notare che c’è chi ha contratto il virus nonostante sia vaccinato», perché tra i sanitari che hanno ricevuto il siero per primi «c’è chi comincia ad avere una riduzione degli anticorpi».
Sono circa il 2.5% nelle Marche i sanitari non vaccinati su una platea di circa 20mila dipendenti, «un dato in linea con quello nazionale» osserva il segretario regionale Fp Cgil, Matteo Pintucci che fa sapere che, assieme a Cisl e Uil intende chiedere alla Regione Marche un incontro per fare il punto della situazione e avere il polso sui «numeri» esatti degli operatori che non hanno ancora ottemperato all’obbligo vaccinale e su eventuali «addensamenti di situazioni critiche, oltre che su come vengono affrontate».
Ma secondo il sindacalista il nodo della questione è quello di «disporre l’obbligo vaccinale per tutta la popolazione non per classi di mestieri, tenuto conto che la somministrazione del vaccino è si una misura di salute pubblica» utile ad evitare nuove quarantene e infezioni fra i sanitari.
A porre l’accento, quello sulla carenza di sanitari, è anche il segretario regionale Fp Cisl, Luca Talevi nel precisare che con la vaccinazione il numero dei sanitari in quarantena e infetti «è drasticamente crollato, così come anche quello degli operatori in quarantena».
«La graduatoria degli infermieri sta scorrendo lentamente, c’è bisogno di velocizzare, perché molte persone che erano a tempo determinato nelle Marche e magari non tra le prime 500-600 in graduatoria degli infermieri, stanno andando a rispondere alla chiamata dell’Emilia Romagna. Il tema c’è: la pianta organica si sta spopolando e non si comprende perché la graduatoria non stia scorrendo più rapidamente visto che ci sono 2 mila persone».
Prioritario, secondo Talevi, è superare il precariato, per evitare «una fuga di infermieri». ma il tema è anche quello di procedere alla terza dose, del vaccino perché «l’effetto di copertura del siero sui primi vaccinati sta terminando». L’altra soluzione è quella di adottare «un sistema di monitoraggio costante e più elevato dell’attuale. Siamo preoccupati per il futuro, il Covid ancora c’è e potrebbe incrementare con l’arrivo della brutta stagione».
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