ANCONA -«Con mio grande rammarico devo constatare che i Verdi delle Marche stanno dimostrando a tutti un atteggiamento di estremismo e di vera chiusura mentale». Il consigliere regionale di Rinasci Marche Luca Santarelli commenta così la sua espulsione dai Verdi, comunicata nella giornata di sabato 15 maggio.
A darne notizia erano stati il coordinatore regionale della Federazione Verdi Marche e Membro dell’Esecutivo Nazionale, Gianluca Carrabs e la consigliera Federale Nazionale del partito Caterina Di Bitonto. I Verdi avevano motivato l’espulsione di Santarelli imputandogli «un’azione politica personalistica allineata al Centro Destra e il mancato adempimento delle norme statutarie», inoltre avevano posto l’accento sul fatto che da parte del consigliere di Senigallia non c’è stato «nessun impegno a favore delle proposte ecologiste e totale assenza di dialogo». Elementi che hanno spinto il partito alla decisione, appoggiata anche da + Europa, l’altra anima politica che compone Rinasci Marche, insieme ai civici.
Ma Santarelli non ci sta e in una nota stampa rivendica la bontà della sua azione politica dalla sua elezione in Consiglio regionale. E lo fa chiamando in causa la situazione contingente, ovvero la pandemia. «Può un partito politico di buon senso rivendicare le mancate mozioni o interrogazioni ecologiste in questi sette mesi in cui l’Italia e tutto il mondo, stava combattendo con un emergenza sanitaria senza precedenti nella storia? In cui molte persone lottavano contro la morte? In cui il problema sanitario era, ed è ancora, la priorità?».
Il consigliere chiarisce però il fatto che «il mio impegno però, nonostante il periodo emergenziale, a favore delle proposte ecologiste non è affatto mancato come è stato detto» e a tal proposito ricorda una serie di provvedimenti dallo stesso intrapresi: fra questi annovera la sua mozione sull’area marina protetta del Conero, poi approvata, la proposta di legge 15/21 per favorire la riduzione delle plastiche in mare e sulle spiagge, i ristori per le imbarcazioni che si impegnano a raccogliere le plastiche dal mare, e l’interrogazione sugli incentivi per la rimozione dell’amianto. Ma tra Santarelli e il suo ormai ex partito volano stracci.
Il consigliere, eletto tra le schiere dei Verdi, sottolinea che «l’unica interrogazione richiesta dal partito, che ho ritenuto di procastinare e proporla in un momento più consono, è stata quella relativa alla morte di un lupo in montagna. Chiedo scusa al lupo ma, rispetto a quello che l’emergenza covid19 richiedeva in quel momento, ho ritenuto prioritario dare la precedenza ad altre interrogazioni che coinvolgevano la salute dei cittadini e di assoluta priorità» e fra queste annovera l’interrogazione sulle cure domiciliari dei malati di Sars-cov2 , quella sull’attivazione dei Covid Hotel e sulla rimozione delle criticità dell’Ospedale di Senigallia.
«Ho agito sempre secondo coscienza morale – si difende – , nel rispetto degli interessi e del bene di tutti i cittadini marchigiani e non per interessi o meccanismi partitici. Non ho mai perso di vista il mio indirizzo politico ma sono altrettanto convinto che si debba lavorare sul dialogo. La mia non è una politica personalistica ma, al contrario, appoggia le buone proposte che vanno a favore di tutti i cittadini e di tutto il territorio regionale. Le mie esternazioni pubbliche sono sempre state a sostegno di ciò che pensavo meritasse attenzione, senza preconcetti, senza preoccuparmi da quale parte venissero le proposte. E così continuerò a fare perché ho comunque sempre agito nel rispetto del programma del mio partito».
Luca Santarelli aggiunge: «Sono per una opposizione aperta e costruttiva e non ottusa e denigratoria a prescindere. Se questo non è stato capito dal mio partito, che dimostra, in tal senso, un atteggiamento di chiusura mentale, me ne duole; ma sono sicuro che i miei elettori sapranno apprezzare questo atteggiamento perché comunque porterò avanti, al di là di un mero simbolo, le mie battaglie ecologiste ed ambientaliste su cui credo fortemente e per cui continuerò a lottare».
Alle critiche sollevate da Carrabs e Di Bitondo di assenza di confronto con il partito risponde: «Mi sono sempre confrontato con i Verdi, tanto che l’astensione in sede di voto per l’approvazione del Bilancio Regionale mi è stata chiesta espressamente e direttamente in occasione di un apposito incontro, dal Tesoriere della Federazione Verdi Marche e, se sarà necessario, sarò disponibile a fornire la motivazione della richiesta».
Poi entrando nel merito della sua partecipazione al Consiglio regionale di Senigallia, città amministrata dal centrodestra, una presenza criticata dalla Di Bitondo nella nota stampa, spiega che «in tale occasione erano stati invitati tutti i Consiglieri regionali del Pd legati alla città ma che sono risultati assenti. Personalmente ho ritenuto che partecipare fosse innanzi tutto doveroso nei confronti dei miei concittadini, ma anche rispettoso portare il mio augurio a coloro che stanno governando la mia città».
Tra le dure critiche mosse dai Verdi anche quella di aver violato lo Statuto per non aver versato al partito il contributo previsto, accuse dalle quali si difende precisando «non ho violato lo Statuto e non ho mai detto di non essere disponibile a versare il contributo al partito ma in realtà ero solo in attesa che la Federazione Verdi Marche provvedesse al pagamento di una fattura relativa la stampa di miei manifesti elettorali che la stessa si era impegnata a mettermi a disposizione così come fatto anche per altri candidati della stessa lista e che non ha ancora provveduto ad onorare. Ci tengo a sottolineare che ho sostenuto personalmente tutte le mie spese elettorali senza alcun aiuto economico da parte del partito. Le uniche spese che i Verdi si erano impegnati a sostenere non sono state onorate ed è per questo motivo che sono oggetto di contenzioso».
Poi rendendo conto del suo staff chiarisce che «piuttosto che avere a fianco persone individuate dal Partito di cui non avevo la minima conoscenza, ho preferito avere nel mio staff persone che godono della mia fiducia». «Nella mia vita lavorativa da infermiere – conclude – , con una esperienza trentennale sulle spalle, ho sempre aiutato gli altri e non sarò mai con quelli che amano gli animali ma non gli uomini».