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Screening di massa, Mastrovincenzo: «Investire su tracciamento, domiciliarità e tamponi molecolari»

Il consigliere regionale dei dem esprime la sua contrarietà all'attività di monitoraggio attraverso i test rapidi disposta dalla Regione Marche per scovare gli asintomatici

Antonio Mastrovincenzo

ANCONA – La campagna di screening di massa disposta dalla Regione Marche in 6 città (Ancona, Pesaro, Macerata, Fermo, Ascoli Piceno e Urbino) solleva forti dubbi nell’ex presidente dell’Assemblea Legislativa delle Marche e consigliere regionale Antonio Mastrovincenzo. Il consigliere del Pd va all’attacco della Giunta per l'”Operazione Marche Sicure”  con tampone antigenico rapido. Obiettivo della Regione, scovare gli asintomatici e “preparare il terreno” in vista della campagna vaccinale contro il covid che si apre il 27 dicembre.

Partendo dalla presa di posizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che «in un documento», aveva spiegato che «questi test vanno usati solo all’interno di comunità ristrette in cui vi siano focolai già accertati», Mastrovincenzo evidenzia che anche «il presidente del Consiglio superiore di sanità Locatelli, un mese fa, raccomandava di non usare i test antigenici rapidi per screening di massa».

Il consigliere regionale dei dem sottolinea che gli «oltre due milioni e mezzo di euro potevano essere utilizzati per il tracciamento, per la domiciliarità, per incrementare il numero di tamponi molecolari soprattutto nelle Rsa e nelle residenze protette» piuttosto che nella campagna di screening di massa con tampone antigenico rapido.

Inoltre osserva che «dopo 4 giorni di screening di massa, con una organizzazione ottima grazie all’impegno di tanti operatori» sono risultate positive 182 persone su 34.684 che si sono sottoposte al test rapido: «Lo 0,5% – prosegue -: una percentuale bassissima. Addirittura 10 volte più bassa di altre realtà nella nostra regione in cui si erano svolti tamponi rapidi nelle settimane scorse. Ed è ovvio quindi che se si computano i test rapidi, la percentuale dei contagiati nella regione scende radicalmente».

Secondo Mastrovincenzo si tratta di una operazione nella quale «di sicuro proprio non c’è nulla» e «non è un caso che nessuna altra Regione italiana abbia attivato questo tipo di iniziativa». «Qualche domanda sorge spontanea – prosegue – . Qual è l’affidabilità di questo test?
Perché la Regione Marche si è ostinata nel volerlo portare avanti, nonostante le autorevoli prese di posizione contrarie?»