ANCONA – Aprire punti di vaccinazioni con equipe territoriali dei distretti per raggiungere, entro giungo, l’immunità di gregge, ovvero la vaccinazione del 60% della popolazione marchigiana, pari a 600mila persone. È l’obiettivo che si prefigge l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini, come ha spiegato nell’aula del consiglio regionale, rispondendo ai consiglieri di opposizione del Pd.
La mozione ad iniziativa dei dem Biancani, Mangialardi, Casini, Vitri, Bora, Carancini, Cesetti e Mastrovincenzo, bocciata in aula, sollecitava la giunta a mettere in campo un’attività di screening all’interno dei plessi scolastici marchigiani, per monitorare la diffusione delle infezioni da covid-19 in studenti, insegnanti e personale ata.
Ma l’assessore alla Sanità, insieme agli altri esponenti della maggioranza, hanno affermato a chiare lettere che i sanitari sono impegnati nella campagna vaccinale, in questa fase priorità, e per questo non ci sono sanitari da impiegare nello screening.
«Tornare indietro con lo screening significa riportare la barra indietro alla lotta contro il covid in una situazione di obsolescenza» ha dichiarato Saltamartini, affermando che questo significherebbe anche «interrompere un percorso virtuoso che porta la Regione ad essere un modello» sul fronte organizzativo della vaccinazione contro il covid-19. L’assessore ha precisato che molte altre Regioni stanno guardando al «modello Marche» che vede l’allestimento nei palazzetti sportivi dei punti vaccinali.
Inoltre ha spiegato che grazie all’intesa nazionale raggiunta con le associazioni e le federazioni dei medici di medicina generale, e all’accordo in dirittura di arrivo a livello regionale, «saremo in grado» di far eseguire le vaccinazioni contro il covid-19 «ai medici di medicina generale, alle Usca e ai distretti».
L’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini
L’assessore ha precisato poi che sono già stati trasmessi i dati relativi al personale scolastico da vaccinare, mentre la Regione sta raccogliendo gli elenchi dei nominativi del personale delle scuole d’infanzia che può ricevere le iniezioni: «Siamo pronti per partire con la piattaforma di prenotazione dei docenti» che riceveranno il vaccino AstraZeneca, validato dall’Aifa fino a 65 anni età e «siamo in grado di somministrare 10mila vaccini al giorno» spiega.
L’assessore ha rivendicato il merito della campagna di screening di massa che ha portato all’esecuzione di 200mila tamponi antigenici rapidi e all’isolamento di 2.500 persone positive asintomatiche che avrebbero potuto trasmettere la malattia in maniera inconsapevole. Inoltre, ha affermato «stiamo completando la vaccinazione dei 24mila sanitari e delle Rsa, sabato abbiamo iniziato gli over 80 al ritmo di più di 3mila al giorno» e «se ci saranno i vaccini inizieremo subito» anche con i diversamente abili e le persone affette da comorbilità e poi «a ruota chi ha tra i 60 e gli 80 anni» per arrivare «entro maggio – giugno» a coprire 600mila marchigiani».
Intanto la Regione ha attivo la possibilità di richiedere la somministrazione a domicilio del vaccino anti Covid-19 per le persone con problemi a deambulare e che quindi non possono recarsi nei 15 punti vaccinali allestiti sul territorio della regione. Le prenotazioni sulla piattaforma di Poste Italiane o al numero verde 800.00.99.66. Via web, una volta selezionato il tasto “Prenota”, si deve accedere alla sezione “per i non deambulanti” dove ci si può iscrivere. Si verrà successivamente ricontattati per concordare la prenotazione della somministrazione domiciliare.
L’assessore Saltamartini in Aula è tornato sull’argomento produzione vaccini nella regione Marche e in Italia, un punto sul quale è stato incalzato dal consigliere del Pd Antonio Mastrovincenzo che gli ha fatto notare come Pfizer e Angelini abbiano replicato che gli stabilimenti marchigiani non sono adatti. Inoltre l’ex presidente dell’Assemblea Legislativa delle Marche un Aula è andato all’attacco anche sulla percentuale di vaccinati fra gli ospiti delle Rsa, che ha rilevato ammontano solo a 6.383 sui 9.000 presenti nelle strutture della regione.
Su questo l’assessore ha dichiarato «ci siamo accodati al Veneto per reperire ulteriori vaccini» ed ha parlato di un «conflitto tra regioni del centronord e quelle del centrosud, con il nord e il centro che vedono una prevalenza di popolazione anziana e quindi chiedono più vaccini per mettere in sicurezza le fasce più deboli, mentre il sud chiede un quantitativo di vaccini proporzionale al numero di abitanti. «Abbiamo capacità e strumenti per produrre vaccini nel nostro paese» ha concluso Saltamartini.
Critici gli esponenti del Pd: «Abbiamo sempre sostenuto l’importanza della ripresa delle lezioni in presenza – afferma il capogruppo dei dem, Maurizio Mangialardi – , ma per farlo in maniera continua e sicura chiedevamo di organizzare un sistema di screening periodico pianificato e coordinato dal servizio sanitario regionale, come accade già in altre regioni. Per noi il punto di partenza era dare all’intera popolazione scolastica la possibilità di sottoporsi periodicamente a test rapidi, gratuiti e volontari, per tracciare i contagi. La giunta regionale ha scelto diversamente e i risultati, purtroppo, sono sotto gli occhi di tutti con numerosi focolai in varie scuole marchigiane».
Ad essere bocciata, oltre alla mozione del Pd per il monitoraggio nelle scuole, sempre per la stessa ragione, ovvero il fatto che il personale sanitario è concentrato sulla campagna vaccinale, anche la mozione che chiedeva di siglare una convenzione per permettere alle società sportive marchigiane di eseguire gratuitamente i tamponi antigenici agli atleti impegnati nelle competizioni agonistiche giovanili.
Anche in questo caso Mangialardi difende la proposta dei dem, spiegando che «intendeva farsi carico di due precise esigenze: permettere ai ragazzi di ritornare a fare sport in totale sicurezza, ritrovando così anche i momenti di socialità perduta a causa del Covid, e sostenere il prezioso e infaticabile impegno delle società sportive dilettantistiche, messe in grande difficoltà dalla pandemia. Invece nulla di fatto».
«Dispiace soprattutto per le inconsistenti ragioni di questa bocciatura – prosegue – riconducibili al fatto che, per gran parte dei consiglieri di maggioranza, lo sport giovanile non è in questo momento una priorità. Alcuni di loro, incredibilmente, sono giunti perfino a dichiarare la sostanziale inutilità dei tamponi antigenici, dopo aver difeso a spada tratta il cosiddetto screening di massa, quello sì davvero davvero inefficace in quanto non adeguatamente mirato. Senza fondamento è anche la motivazione secondo cui in questa fase non andrebbe sottratto personale alla campagna vaccinale. Per superare il problema, infatti, sarebbe stato sufficiente prevedere il coinvolgimento nella convenzione delle strutture sanitarie private, con oneri a carico della Regione, senza alcun aggravio per società e famiglie. Insomma – conclude – oggi ha perso lo sport, hanno perso i giovani insieme ai loro allenatori e istruttori. A vincere, invece, è stata ancora una volta l’incompetenza e l’arroganza di chi non sa dare soluzioni positive alle sfide».