ANCONA – «Se non dobbiamo inoculare i vaccini si può valutare di mandare personale sanitario nelle scuole per lo screening». Il ritardo nelle forniture del vaccino Pfizer Biontech contro il covid- 19 che sta interessando la comunità europea, potrebbe far optare l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini verso questa possibilità. Al momento si tratta però solo di una ipotesi, perché come spiega l’assessore l’affluenza degli studenti allo screening gratuito con il tampone antigenico rapido è bassa.
Entrando nel merito della polemica con il sindaco di Pesaro Matteo Ricci che nei giorni scorsi aveva annunciato l’intenzione di voler eseguire dal 28 gennaio lo screening con i tamponi veloci per il mondo scolastico, iniziativa finanziata direttamente dal Comune, l’assessore ha detto: «il personale sanitario, oltre che negli ospedali, è impegnato sul fronte dello screening e dei vaccini, non possiamo aprire un altro fronte, non lo sta facendo nessuno in Italia, ma se non dobbiamo inoculare i vaccini si può pensare di mandare un medico e un infermiere nelle scuole».
Saltamartini però evidenzia che «molti studenti» non stanno aderendo alla campagna di test gratuito con i tamponi antigenici rapidi, aperta dalla Regione anche alla popolazione scolastica (studenti, docenti e personale Ata), da un lato «per il timore di esser positivi e di dover restare in quarantena» dall’altro perché «essendo asintomatici forse non sentono il bisogno di fare il test». «L’adesione degli studenti è a macchia di leopardo – afferma Saltamartini – ad Osimo sono andati 800 studenti», invece a Castelraimondo dove la Regione si era offerta di mettere a disposizione dei bus, «famiglie e studenti hanno detto che non vogliono farlo».
Adesione «molto buona» invece fra la popolazione: sono 198.507 i marchigiani che si sono sottoposti allo screening di massa (dato al 24 gennaio) in percentuale il 16,5% con con 1.068 soggetti positivi asintomatici che avrebbero potuto trasmettere involontariamente il virus. Secondo Saltamartini in caso di stop alla vaccinazione contro il covid ci sarebbe personale a disposizione, e a quel punto una valutazione si potrebbe fare, ma al momento i sanitari con ci sono perché impegnati nell’attività di testing e nella fase uno della campagna vaccinale.
Il taglio sulle forniture dei vaccini Pfizer-Biontech sta imponendo alle regioni di andare avanti con i richiami, che vanno eseguiti dopo 21 giorni. Discorso diverso nelle Rsa: qui la campagna «prosegue» dichiara Saltamartini e gli ospiti vengono vaccinati con «le dosi di Moderna, che però sono 1.500, una quantità molto ristretta». L’assessore alla Sanità annuncia che «altre 1.700 dosi dovrebbero arrivare questa settimana», mentre per quanto riguarda la fornitura Pfizer, altre dosi sono attese «tra oggi e i prossimi giorni, ma non sappiamo ancora in che quantità, perché non ce lo hanno comunicato».
Intanto scende il dato di occupazione delle terapie intensive, uno dei parametri che insieme all’indice Rt definisce il livello di rischio di una regione e la sua colorazione, facendo scattare, in caso di superamento, tutta una serie di restrizioni: «Ieri eravamo al 32% di occupazione delle terapie intensive» afferma Saltamartini, mentre nei giorni scorsi la quota di pressing era al 35,9% quando la soglia massima è fissata al 30%. «Se riusciamo ad essere in regola anche con questo parametro» diventerebbe sempre più concreto il rientro in zona gialla per le Marche, se il trend di contagi e ricoveri prosegue in discesa come negli ultimi giorni. Da oggi sono attivi altri 17 letti di terapia intensiva in più nelle Marche e altri 20 ne arriveranno per i primi di marzo, a Torrette, si tratti dei letti in più previsti e finanziati dal decreto legge 34.