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Sicurezza, vertice in Prefettura. Nelle Marche, dopo la fine del lockdown droga e disagio giovanile diffusi

La Conferenza regionale sulla sicurezza che si è svolta oggi ad Ancona, restituisce il quadro di una regione con reati in calo. Diffusi i fenomeni legati alla droga e al disagio giovanile

Il prefetto di Ancona Darco Pellos

ANCONA – Il numero complessivo dei reati nelle Marche registra un calo in tutto il territorio regionale, ma lo spaccio di sostanze stupefacenti è un fenomeno ancora diffuso. È quanto è emerso dalla Conferenza Regionale delle Autorità di Pubblica Sicurezza che si è svolta oggi in Prefettura ad Ancona.

Al vertice hanno preso parte il procuratore generale della Repubblica presso la Corte d’Appello, il procuratore distrettuale antimafia, i Prefetti delle 5 provincie delle Marche, fra i quali Darco Pellos (Prefettura di Ancona), i Questori di Ancona (Cesare Capocasa), Macerata e Fermo e i vicari di Ascoli Piceno e Pesaro, i comandanti regionali e provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.

Dopo una disanima sull’impatto della pandemia nei comportamenti delle persone, che ha portato a nuove modalità organizzative della criminalità per le restrizioni dovute all’emergenza sanitaria, «dall’analisi delle singole tipologie (di reati, ndr) – si legge nella nota della Prefettura – si evidenziano, per numero, i reati predatori, quelli connessi allo spaccio di sostanze stupefacenti e i reati informatici per i quali si è convenuto di intensificare l’attività di prevenzione e contrasto».

La droga resta un fenomeno «piuttosto diffuso e trasversale nella comunità, l’attività delle forze di polizia si è concentrata principalmente nei luoghi di maggiore aggregazione giovanile e sulle località del litorale dove la presenza di turisti aumenta nel periodo estivo. I risultati sono stati rilevanti con il sequestro di ingenti quantitativi di sostanze e la denuncia all’autorità giudiziaria dei responsabili, anche stranieri, che spacciano sostanze che giungono nel territorio da altre regioni».

Accanto a questo tema, c’è quello del disagio giovanile che, dopo la fine del lockdown, «si è manifestato in atti di vandalismo, episodi di violenza e risse posti in essere da gruppi di giovani o adolescenti nei centri storici o luoghi dove si svolge tradizionalmente la movida nel fine settimana. Rispetto a questo problema – prosegue la nota – la risposta delle istituzioni si è concretizzata in un articolato dispositivo di presidio del territorio da parte delle forze dell’ordine e in molteplici interventi finalizzati ad intervenire sulle cause dei comportamenti illeciti».

Dall’analisi delle informative delle forze di polizia è emerso che nelle Marche «non sono presenti insediamenti di consorterie criminali di stampo mafioso, italiane e straniere, replicanti le caratteristiche organizzative delle regioni di provenienza e capaci di condizionare la vita amministrativa, di controllare le estorsioni generalizzate sulle attività economiche e imporsi sui canali complessivi di rifornimento della droga. L’attenzione rimane comunque alta per intercettare i reati spia o fenomeni di infiltrazione nel tessuto economico regionale che risulta in questo momento eventualmente vulnerabile a causa delle conseguenze economiche dell’emergenza sanitaria».

Uno degli ambiti più sensibili in tal senso è quello della ricostruzione post sisma, ma l’attività delle Prefetture, con il supposto investigativo delle forze di polizia, ha consentito di «intensificare gli interventi di accesso ai cantieri e di implementare le verifiche antimafia preventive in conformità agli specifici protocolli di legalità appositamente stipulati, estese ai settori particolarmente sensibili (attività turistico-ricettive opere ricostruzione post-sisma) o ad opere pubbliche di rilevanza strategica».

In base ai dati scaturiti dal monitoraggio dell’Osservatorio regionale sugli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali, nelle Marche si rileva un numero ridotto di episodi che, «per tipologia e contesto (prevalentemente scritte offensive o lievi danneggiamenti) consentono di delineare un quadro regionale che non desta, al momento, particolare preoccupazione».

In chiusura di Conferenza, il procuratore generale e il procuratore distrettuale «hanno rivolto ai presenti un indirizzo di saluto ed apprezzamento per lo sforzo sinergico dei rappresentanti delle forze dell’ordine. Un generale ringraziamento è stato espresso all’operato delle forze di polizia per l’impegno che è stato evidenziato nelle relazioni di tutti i Prefetti».