ANCONA – Stanziamento di 3 milioni di euro per il terremoto del 9 novembre 2022. Lo ha stabilito il Consiglio dei ministri nella seduta di oggi su proposta del ministro per la Protezione civile e le politiche del Mare, Musumeci. Lo sciame sismico, al largo della costa marchigiana, causò danni nel territorio compreso tra Pesaro e Ancona, passando per Fano.
Due le scosse principali, che si susseguirono a distanza di pochissimo tempo: una di magnitudo 5.7 e l’altra di magnitudo 5.4, entrambe con epicentro in mare. L’11 aprile del 2023 venne dichiarato lo stato di emergenza. Nella sola città di Ancona circa 130 persone rimasero fuori dalle loro abitazioni a causa dei danni provocati dal sisma, le cui scosse, anche se di intensità minore, sono proseguite per mesi.
Uno stanziamento che secondo il Comitato 707 «non è sufficiente» per permettere alle famiglie rimaste fuori casa di sistemare in tempi ragionevoli le loro abitazioni. Carlo Terracciano portavoce del Comitato 707 nato all’indomani delle scosse, evidenzia come «positivo il fatto che si riconosca che c’è un problema, ma siamo ancora lontani dalla soluzione definitiva».
«I 3 milioni di stanziamento – prosegue Terracciano – non basteranno per gli interventi necessari a sistemare le abitazioni: secondo alcuni progetti sono stati stimati interventi intorno ai 300 milioni di euro, escludendo il cas (contributo di autonoma sistemazione, ndr). Se il passo è questo ci vorrà circa un centinaio di anni per permettere alle famiglie di tornare a casa. L’ultimo treno è il Def a marzo – conclude-. Riponiamo tutte le speranze lì».